Un’estate fa – Zidrou e Jordi Lafebre: recensione

Cominciamo, finalmente, a parlare d’estate con Un’estate fa, una graphic novel sceneggiata da Zidrou e disegnata da Jordi Lafebre, autore di cui ho già amato l’opera Nonostante tutto.

La storia uscita ormai già da un’estate è edita in Italia da Bao Publishing ed è il volume numero uno di una serie che è destinata a continuare in Italia, così come sta continuando all’estero.

Un’estate fa già dal titolo ci regala una piccola anticipazione sul tema, che è quello dei ricordi estivi della famiglia Faldérault.

Come spesso accade quando ci abbandoniamo ai ricordi, questi, vengono richiamati da un dettaglio e ogni ricordo ne può suggerire un altro simile o uguale, per tempo o luogo od emozione; non per forza in ordine cronologico o consequenziale.

Ecco perché il volume contiene i ricordi delle vacanze dell’estate del 1973, del 1969 e del 1962.

Grazie all’estate del 1973 veniamo introdotti in quello che è il caotico mondo dei Faldérault e della loro simpatica famiglia; che in senso stretto, comprende: papà Pierrè, mamma Mado e, in ordine d’età, troviamo Julie, Nicole, Louis e Paulette. Nel senso più esteso del termine famiglia impareremo a conoscere anche zii e nonni, sia paterni che materni.

Perché in fondo nelle saghe familiari chi è che ama i sensi stretti?

Leggere Un’estate fa è come aprire un vecchio album di famiglia, ci ritrovi qualcosa che è anche tuo. I ricordi di un chiacchiericcio di sottofondo che non ci abbandona mai, basta tornare indietro con la memoria per capire da dove viene tutto quel frastuono, quelle risate, quelle urla, gli schizzi i racchettoni, il Festivalbar che usciva dal jukebox del bar del lido.

In fondo l’estate è sempre accompagnata dalla musica, non credete? Che sia un tormentone o un grande classico, come Obladi oblada nell’estate del ’69 dei Faldérault. Oppure un vecchio ritornello inventato in un viaggio in auto, queste estati sono accompagnate sempre da una colonna sonora d’autore, proprio come al cinema.

In quest’albo c’è qualcosa di familiare che accomuna i lettori anche se siete abituati a passare le vacanze in montagna.

I Faldérault in estate partono dal Belgio per passare le vacanze nel sud della Francia. In sei più Chouki, uno scoiattolo di due metri che indossa un berretto verde, a bordo di una Renault 4l rosso estérel.

Lasciatevi conquistare da questa famiglia di simpatici e chiassosi vacanzieri! I Faldérault vi faranno sorridere con i loro meccanismi, con le loro canzoni inventate, col baccano che solo quattro figli piccoli possono creare per riempire l’abitacolo di un’auto.

Il loro stile è avventuriero, pienamente interpretato dal modo di dire: l’importante non è la destinazione ma il viaggio.

Abbandonate le autostrade in favore delle strade statali e dei panorami, il loro motto è sicuramente quello di godere di ogni minuto della vacanza. Non c’è motivo per andare di fretta, ci sono tutti i motivi invece per fermarsi di continuo, raccogliere autostoppisti, fare un pic nic, un tuffo al lago e montare la tenda appena scende la sera.

Un’estate fa è il racconto estivo per eccellenza, data l’ambientazione marittima. La famiglia Faldérault tutta ama il sole e il mare, soprattutto mamma Mado. E noi li seguiamo in piccole spiagge mozzafiato e dai colori da sogno. Ma paesaggio a parte è una vera immersione nei ricordi e nelle dinamiche familiari. In questi ricordi principalmente felici sono inserite anche le verità più sgradevoli, i litigi e la stanchezza.

La stanchezza che si crea in una vita insieme, nei sogni che non si realizzano, nella quotidianità che si trascina, nei bisticci dei bambini.

Particolari sono le estati del ’62 e del ’73; la prima pone l’accento sul rapporto teso tra Mado e sua madre Yvonne. Due donne molto diverse, due donne figlie del tempo nel quale hanno vissuto. E la seconda, quella del ’73 dove la protagonista è sempre Mado ma molto amareggiata, stanca di rincorrere quella vita al sole che lei e Pierrè sognavano a vent’anni.

Questi episodi, che si discostano da quelli che sono i ricordi di una vacanza felice, sono pieni di grande umanità e rendono realistica la famiglia Faldérault ai nostri occhi.

Zidrou e Jordi Lafebre ci ricordano che anche i legami familiari vanno coltivati e consolidati, perché anche loro risentono del tempo, della stanchezza, delle incomprensioni.

La vita in famiglia può essere meravigliosa, può regalare immense gioie e immense tristezze. Può essere complicata, alcune volte difficile. Può esasperarci al punto di aver voglia di mollare eppure come ci insegna Chouki: la vita è un’arrampicata su un albero, da cui non si può scendere. e più si sale più aumentano le vertigini e le paure. Ma non bisogna fermarsi, bisogna continuare a salire perché da lassù la vista è bellissima.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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