Un’estate fa – vol. 2 – Zidrou e Jordi Lafebre : recensione

Sono tornati: Zidrou e Jordi Lafebre con le nuove avventure della famiglia Faldérault, Un’estate fa vol.2.

Ne ho appena terminato la lettura e già penso: come farò senza i Faldérault d’ora in avanti? Non ci sarà più nulla da aspettare. Con il secondo volume si conclude la nostra intromissione nelle vite dei protagonisti e soprattutto delle loro vacanze.

Ho amato ogni singolo episodio di questa saga, dal volume 1, se lo avete perso ne parlo qui, fino alla fine. E sapevo che non mi avrebbe deluso.

Ogni volume si compone di tre capitoli che raccontano la vacanza dell’anno di cui prendono il nome; per il primo volume troviamo il 1973, il 1969 e il 1962. Per il secondo abbiamo il 1980, 1979 e il 1970.

VolumeCapitoloAnno
11 Rotta verso sud!1973

2 La caletta1969

3 Mademoiselle Estérel1962
24 Il riposo del guerriero1980

5 La fuga1979

6 Le ginestre1970

Vi lascio uno schema per aiutarvi a seguirmi nelle mie divagazioni; in quanto la prima cosa che ho fatto dopo la lettura è stata proprio buttare giù questa tabella; mi sono poi divertita a ricreare l’ordine cronologico, per poter effettuare una lettura che va dal ’62 all’80 e poter rispondere a tante piccole curiosità, come l’anno di nascita di alcuni dei piccoli Faldérault oppure a quale fumetto stava lavorando Pierre in quegli anni.

L’ordine che ne è venuto fuori è il seguente:

CapitoloAnno
31962
21969
61970
11973
51979
41980

La differenza principale che si evince tra i due volumi è il tono più allegro del secondo, che aprendosi nel 1980 ci fa ritrovare due innamoratissimi Pierre e Mado che hanno brillantemente superato la crisi matrimoniale del 1973.

Come sempre le vacanze dei Faldérault non vanno come previsto e la nota negativa negli anni 80 è la truffa sulla villa che avevano acquistato in Dordogna e, invece di realizzare le bramate vacanze in relax e non più all’avventura, devono metabolizzare il fatto che l’imprenditore edile sia scappato a Tahiti con le caparre delle villette promesse a molti.

L’episodio è triste, sfiduciante, non solo per i nostri beniamini che con quattro figli sono sempre un po’ sul lastrico, ma per tutte le persone truffate. Come sempre Zidrou e Jordi Lafebre trattano i dispiaceri con umanità e dignità, come Félix e sua moglie Gisèle, i risparmi di una vita, per realizzare un sogno andato in fumo.

Ti si stringe il cuore, come se quel sogno lo avessi perso anche tu, e in fondo speri che a Tahiti l’imprenditore venga ripagato con la stessa moneta!

Fortunatamente Julie saprà ristabilire lo spirito combattivo della famiglia più tosta del Belgio e ci regalerà un’altra straordinaria vacanza immersa nella natura, tra tende e pic nic, perché mamma in vacanza non cucina!

Quelle del 1979, invece, sono vacanze innovative, inaspettate, le uniche a non essere ambientate in estate; è una fuga natalizia dalla neve verso il sole della costa azzurra e le prime senza un componente della famiglia!

Questo è un anno di grandi sconvolgimenti, dove entrambi i genitori decideranno di cambiare lavoro per inseguire i propri sogni.

La bellezza dei Faldérault sta proprio qui, non nelle loro vacanze selvagge, ma nel loro coraggio, nel loro mettersi in gioco, nel loro essere assolutamente imperfetti, la mulino bianco non li prenderebbe per rappresentare le sue famiglie. Eppure, restano sempre uniti, canterini, chiassosi, con quattro figli, sbancando sempre un po’ il lunario, non si tirano indietro, facendosi trascinare dall’irruenza di una gioventù che sono incapaci di perdere, un’irruenza che solo i figli ti possono trasmettere*. Il 79 è un anno pesante, pieno di spese impreviste, pieno di incognite per il futuro, ma ai Faldérault basta passarlo insieme!

* “Ecco questa è una delle cose che ti danno i figli no, ti fanno conoscere cose che mai, delle cose stupide, superficiali, inutili, che però ti riempiono la vita e che mai avresti conosciuto.”

Questa è una frase presa dal documentario Di fatto, famiglie, andato in onda sul canale 31, dall’intervista di Francesca Pardi e Maria Silvia Fiengo.

Francesca e Maria Silvia sono fondatrici di una casa editrice, Lo Stampatello, che si occupa di rappresentare le realtà delle famiglie diverse da quella tradizionali e di lottare contro ogni stereotipo di genere.

Ma sono anche una coppia nella vita e sono madri. Cito le loro frasi, perché nessuno mi ha mai parlato di famiglia in un modo cosí vero e semplice. Proprio come quando in un momento di distrazione riusciamo a cogliere la verità segreta delle cose, la semplicità di essere, di esistere.

Loro parlano di famiglie, e tutte le famiglie si assomigliano, lo sappiamo dalla letteratura russa; si assomigliano la famiglia Faldérault e quella di Francesca e Maria Silvia e anche quella di Esther ed Estelle, che incontriamo nell’ultimo capitolo del volume, Le ginestre.

“Questo è per i fattori, i mercanti, i venditori che si alzano presto, al sole nel cielo, a Joe Dassin, ai piccoli pain au chocolat e a tutte quelle e quelli che, nel passato come nel presente, devono nascondersi, o lottare, per avere il diritto di essere ciò che sono, semplicemente.”

Così introduce il capitolo Zidrou, una delle tante cose belle di Un’estate fa è la libertà, sotto tante forme, la libertà di essere un’imperfetta famiglia di sei persone, di non essere sempre gentili, sempre di buon umore, la libertà di vivere senza essere organizzati, senza volere lo scatto perfetto, per il feed perfetto.

La libertà dei corpi, nelle loro naturali nudità, senza sessualizzazione, la libertà di amare senza nascondersi, e senza doverlo nascondere, e soprattutto la libertà di amare chiunque senza dover subire la stupidità della gente.

L’amore è come un sole, ma a cosa serve un sole, se deve restare sempre nascosto? Dice Mado.

Attraverso gli occhi di tre bambini vediamo la semplicità dell’amore tra Esther ed Estelle e quanto sia crudele doverlo tenere nascosto, perché gli adulti complicano sempre tutto. Da quando è sbagliato volersi bene?

Un’altra differenza tra i volumi è che nel secondo c’è molta più musica. Sebbene sia stata cambiata la scelta di riportare con un asterisco il nome e l’artista del brano citato, come nel primo volume, sono andata a ricercarli, sì, ad uno ad uno, citazione per citazione, tanto ormai, dopo La mascella di Caino, cosa vuoi che siano le citazioni!

L’idea è quella di creare una playlist che possa accompagnare la lettura dei volumi. Farvi immergere ancora di più nelle atmosfere della famiglia Faldérault e perché no, accompagnare anche le vostre vacanze estive, le mie sicuramente!

(Hey, la playlist è già realtà, puoi ascoltarla a questo link, sul nostro profilo youtube!)

Personalmente ho vissuto il primo volume con il sottofondo di In the Summertime di Mungo Jerry che, per coincidenza , verrà poi citata invece nel secondo volume.

Invece, come mia aggiunta personale, il secondo volume è stato accompagnato da Le vacanze dell’83 dei Baustelle. Anche se probabilmente le vacanze dell’83 della famiglia Faldérault non le conosceremo mai.

Una sola cosa è sicura, rotta verso sud!

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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