A fine 2023 mi sono resa conto di aver commesso molti errori nell’anno precedente, tra cui acquistare un libro senza leggere nemmeno la trama. Una storia di fantasmi di Helen McClory è stata la mia grande batosta di quest’anno. Ho deciso che il primo buon proposito per l’anno nuovo è acquistare in maniera meticolosa, senza eccedere con l’entusiasmo istintivo, per tornare a leggere più classici.
Nel 2021 ho letto una raccolta di racconti che mi piacque molto, Fotogrammi di un film horror perduto, della stessa autrice. Piccoli flash orrorifici, perturbanti e inquietanti che avevano dissetato la mia necessità di leggere qualcosa che poteva lasciarmi disorientata. Helen McClory mi aveva aperta a tante interpretazioni e a farmi rivalutare le raccolte di racconti che, come vi ho detto già ne La ragazza con la gonna in fiamme, non è un genere che divoro quotidianamente.
Quando trovate un’autrice che riesce a colpirvi così tanto, siete portati a voler recuperare inevitabilmente tutte le sue opere successive. Con Aimee Bender continuerò a farlo sicuramente, ho già aggiornato la mia lista dei desideri su Feltrinelli e Libraccio.
Quando è uscito Una storia di fantasmi di Helen McClory, ho subito inserito il titolo nel carrello senza nemmeno leggere la trama. Ancora non riesco a capire come abbia fatto. Un primo approccio a questa lettura era già avvenuto lo scorso anno, abbandonato quasi immediatamente perché avevo appena preso servizio in una scuola e i primi giorni mi dissocio quasi totalmente dalla lettura e dal resto del mondo; comunque non era andata bene, “Dai, è colpa mia, figuriamoci”.
Riprendo il titolo un paio di settimane fa e mi immergo nella storia:
tre ragazzi, Tom, Orla e Daniel che si ritrovano a vivere insieme per una serie di eventi; Daniel lavora per una azienda che si occupa di stampe 3D di oggetti di pregio e cerca di arrotondare condividendo casa sua con altre persone. Tom lavora in un’agenzia di comunicazione e conosce in palestra Badr (coinquilino di Daniel) che gli propone la camera sfitta nell’appartamento dove vive. Tom e Daniel si conoscono e tra loro scatterà qualcosa, tensione elettrica, che naturalmente già sappiamo in cosa sfocerà. Il lettore lo intuisce da subito.
La terza persona coinvolta nella storia è Orla, dottoranda medievalista che sta da poco tempo con Tom. Lei vive a casa sua ma tanto passerà la maggior parte del tempo a casa dei ragazzi.
La trama si infittisce perché Tom troverà in casa un diario che racconta la storia di James Lennoxlove (Scozia, XIX secolo), rubato da Daniel, sottratto al suo amico Mark. Come tutte le letture più immersive, Tom ne rimarrà così colpito da diventarne quasi una ossessione. La ragazza e Daniel inizieranno anche a preoccuparsi per il suo stato di salute.
Una storia di fantasmi è un romanzo raccontato dai tre punti di vista, dal trasferimento di Tom nella nuova casa fino al Ménage à trois durante una festa, la notte di Halloween. È ambigua la presenza letterale e figurata degli spettri all’interno della narrazione. Alcune letture possono risvegliare traumi infantili, scheletri nell’armadio e proiezioni che confondono sul sembrare/apparire.
Le narrazioni con i diversi punti di vista mi interessano molto, però le prime trecento pagine rendono la narrazione lenta e senza colpi di scena. Lo svolgimento finale giungerà solamente nelle cinquanta pagine finali. La lunga attesa, nel mio caso, non è stata premiata con lo scioglimento finale, e mi ha portato dubbi sul parlarne o meno.
Uno spazio virtuale come questo penso sia utile per discuterne, anche quando alcune letture non le abbiamo ben capite o apprezzate. Credo sia possibile, nel giusto modo, parlare non solo delle letture che ci sono piaciute. L’editore definisce Helen McClory erede di Henry James e Shirley Jackson, che non ho letto. Probabilmente è importante il tempismo, e probabilmente ne afferrerò di più il prossimo anno.