Non so se sarà un errore, ma ho letto Tutti bravi genitori (con gli adolescenti degli altri) per diventare un insegnante migliore. Uno dei motivi che mi spingono a pensare di stare nel giusto è che gli autori Mirko Pagani, Matteo Locatelli e Giuseppe Ciccomascolo consigliano molte delle strategie che già attuo in classe. Ovviamente non cerco di sostituirmi ai genitori, ma almeno i ragazzi in classe stanno bene.
Il mondo è pieno di persone che sono pronte a dispensare consigli su qualsiasi cosa. Questa è una tattica subdola, perché un consiglio sembra quasi amichevole, senza malizia. Su questa base nascono gli articolisti che condannavano i fumetti, i videogiochi, oggi lo smartphone e chissà cosa vorranno criticare un domani. Ma tutto ciò era premesso come semplice e puro consiglio. Anche da chi non aveva figli.
Di figli non ne ho, ma ogni anno entro in contatto con un paio di centinaia di ragazzi (sono il doppio di quanto dovrebbero essere, ma su questo possiamo ringraziare il precariato). Durante le feste incontro molti amici che puntualmente teorizzano “nuovi” modi per trattare con i più giovani. Tutti bravi insegnanti e genitori, sempre con gli adolescenti degli altri.
La caratteristica che unisce tutte queste persone è la difficoltà nel ricordare come ci si sentiva da adolescenti. Non credo sia una mancanza di empatia, ma proprio una perdita di memoria emotiva. Ascolto parole di sdegno verso i più giovani, come se fossero più ignoranti, stupidi o peggio; quando avevo la loro età sentivo discorsi del genere dai sessantenni dell’epoca, oggi lo fanno già i trentenni. Che tristezza!
Continuare a pensarli come trasgressivi, violenti, in costante contrasto con il sistema, che è un po’l’immagine che i mass media ci riportano quando parlano di adolescenza, soprattutto dopo i lunghi mesi di lockdown forzato, non restituisce secondo noi un’immagine veritiera di quello che sono i nostri ragazzi.
Inserisco la citazione anche perché parlare negativamente dei mass media sta diventando uno sport nazionale e sono un tipo poco sportivo, ma era doveroso dirlo (quantomeno su quest’argomento). Anche noi abbiamo vissuto situazioni che sembravano trasgressive, sembravamo dei bastian contrari e così via, ma è un processo della normale formazione. Anzi, oggi c’è maggior bravura nell’ascoltare l’altro; a questa si aggiunge una capacità di contrattazione per giungere a una media del pensiero, una mentalità sempre inclusiva. Francamente questa è la parte più snervante, per me che ho solo dieci anni di più, ma basta entrare nel flusso.
Nel libro troviamo diversi segmenti dedicati al saper “disinnescare” certe situazioni di frizione, ed è necessario per i genitori. I ragazzi sanno già farlo benissimo (quando tornano calmi). I genitori dovrebbero leggere questo testo per ritrovare tante delle sensazioni dimenticate. L’esempio migliore è l’ansia da prestazione. Ricordo benissimo la sensazione, e sono conscio della sua presenza anche oggi, però arriva da problemi diversi. Ecco, il fatto che siano “problemi da adolescenti” non li rende meno importanti. Per loro sono le prime volte, e non bisognerebbe mai minimizzare.
Ho apprezzato molto l’alfabeto emotivo, agile e quasi necessario, e le fonti in sede finale, dove c’è la versione “normale” e quella “consigliata ai boomer”. Mi conforta aver constatato che conosco benissimo i consigli ai boomer mentre mi mancano diversi elementi già noti ai più grandi.
Tutti bravi genitori (con gli adolescenti degli altri) è straconsigliato e, qualora non dovesse bastarvi, potete seguire gli autori anche sui loro canali social, tra cui il canale youtube Uscita di emergenza.