Tempesta madre è articolato su due piani temporali che si intrecciano capitolo dopo capitolo; ci sono i ricordi di Jacopo bambino e il racconto delle sue giornate a seguito del ricovero della madre in clinica per malattie mentali.

Agli occhi di tutti, Jacopo era un bambino un po’bizzarro: unico maschio in una classe di sole bambine, circondato da madre, nonna, vicine di casa e piccole cotte finite male. Ha vissuto gran parte della sua vita in un gineceo senza davvero capire come “funziona” il sesso opposto.

Il pregio più grande di Tempesta madre è lo stile di Gianni Solla: breve, accurato e ironico. La narrazione in prima persona non scade mai nel patetico. Jacopo non si piange addosso, né lo farà sua madre. Troviamo le situazioni così come la vita ce le presenta, fondamentalmente tragicomiche.