Ho avuto modo di incontrare Giorgio Ghiotti al premio Flaiano, dov’era finalista con Gli occhi vuoti dei santi. Tra gli autori under 30 ho tifato per lui fino alla fine, sia perché ho un debole per i racconti, sia per la forza narrativa del volume. Alla fine ha vinto Claudia Petrucci, ma è ormai chiaro che al Flaiano ci “azzecco” a anni alterni.

Ghiotti mi ha stupito ancora una volta, rimanendo sempre sorridente (ed era esilarante il confronto con Walter Siti, al suo fianco, irrimediabilmente imbronciato). Ecco, penso che il suo sorriso buono e curioso sia un ottimo modo per identificarlo.

Dai racconti di Gli occhi vuoti dei santi non l’avrei mai detto. C’è una crudeltà che aleggia tra le dodici storie del volume, di quelle difficilmente classificabili. È come le vite dei santi, dove troviamo di tutto: dalla violenza alla pietà, dalla cattiveria alla dolcezza.