Nella drammaturgia di tutti i tempi c’è sempre il momento in cui l’autore decide di scrivere un monologo, la cosa più difficile da portare in scena. Tendenzialmente è il momento in cui il drammaturgo si sente più “scrittore”; eppure le categorie sono simili ma non coincidono, per cui possiamo avere soliloqui come quelli di Alfieri, che starebbero meglio in un romanzo. I tipi di monologo sono tra i più disparati, ma oggi va per la maggiore quello politico. Forse i drammaturghi sono sempre di meno a teatro perché scrivono per le piazze. Peccato, davvero. Ciononostante vuol dire che il teatro non è morto, ha solo cambiato indirizzo.