“Hayao Miyazaki è il maestro della magia, della leggerezza, della fantasia, della sensibilità.”

Come ci dice Alessandra Korompay nella prefazione de La cucina incantata.

Chi di noi n0n ha mai sentito parlare di Miyazaki? Non serve essere degli esperti di animazione giapponese per aver visto titoli come La città incantata, Ponyo sulla scogliera, Si alza il vento, Il castello errante di Howl e Kiki – consegne a domicilio per fare qualche esempio.

Si, lo avrete capito, citerò sempre Ponyo, che è il mio preferito. Se non lo avete visto, recuperate!

No, dico sul serio, se non avete visto qualche film di Miyazaki recuperatene almeno uno. Se bene venga spesso paragonato a Walt Disney a me personalmente piace tenere separati i due campi.

Non dobbiamo assecondare sempre la necessità di accomunare e raggruppare. All’interno dell’opera del maestro dell’animazione giapponese sono racchiusi i sogni, spesso di bambini, ma è tramite questi che ci è possibile scorgere la magia attorno a noi. La magia nascosta nelle foreste, sotto la superfice del mare, nella gioia del volo.

Attraverso i suoi messaggi ambientalisti, la condanna del fascismo, espressa in Porco Rosso, Miyazaki lascia un messaggio alle giovani generazioni, che non è solo di comunione con la natura.

Ma che è anche di resistenza, perché è attraverso le  avversità che si sperimenta la guarigione, il miglioramento.