Club dei perdenti, c’è davvero bisogno di scrivere questo tag?

Io non credo, se siete fan di King e stata leggendo la recensione di IT, sapete bene di chi stiamo parlando. Purtroppo neppure noi Bookrider siamo al di sopra delle indicizzazioni di Google.

In ogni caso, se davvero avete bisogno che io vi dica chi, o cosa sono o che cos’è il club dei perdenti, ve lo dirò.

Avete presente quei simpatici gruppi di ragazzini che si cacciano sempre nei guai, a le cui avventure ci appassioniamo così tanto? Potrei citarvi i Goonies per esempio, o più nell’attualità mi vengono in mente i ragazzini di Stranger Things.

Certamente questi ultimi si collegano meglio, per le tetre atmosfere di suspense, ad IT rispetto alle rocambolesche avventure dei Goonies in stile più avventuriero.

Bene, ora che vi sarà particolarmente chiaro a quale tipo di ragazzini americani mi riferisco passo a dirvi che Stephen King ha conato per i suoi protagonisti, nel libro IT, questo “inaspettato” termine: il club dei perdenti.

Del club fanno orgogliosamente parte Bill, il ragazzo a cui muore il fratello all’inizio (spoiler), Beverly, l’unica ragazza, Richie, quello che compensa in dialettica ciò che gli manca in forza, Eddie, quello con la mamma che lo farà venire su ipocondriaco. Ben, dolce, intelligente, grasso e innamorato di Beverly, Stan, la quota di assennatezza del gruppo e Mike, uno che poveretto, poteva salvarsi ma si è trovato in mezzo.

Eccoli qui gli adorabili perdenti di Derry nel Maine, molto meglio da bambini che da adulti. Se ve lo state chiedendo, dati i numerosi aggettivi che ho usato, si, Ben è il mio preferito, ed è ancora un si, odio Bill Denbrough da adulto.