John McDillan, il bizzarrismo e la sua Trilogia del +1 mi hanno incuriosito dal primo messaggio che ci è arrivato sui social. Amo il grottesco, le provocazioni e le cose strane (ma non fini a sé stesse). Queste sono scritture, al contrario di ciò che pensano in molti, assai delicate: ovunque si annida il rischio di eccedere o di abbassare troppo i toni rientrando in schemi ormai vetusti.

Il problema principale di queste operazioni, quindi, è nella connessione tra autore e lettore. Per quanto io sia un cultore di Sanguineti e Marziano, non è stato facile fronteggiare McDillan. E pensare che è lui stesso ad avvertire i lettori all’inizio di 17 novelle bizzarre+1:

“Non è mai facile parlare di qualcosa di nuovo. Le novità sono imprevedibili, talvolta strambe e pazzesche. […] Il Bizzarrismo è la novità di questo decennio: è un agglomerato di stranezze che impattano sui tuoi occhi alla stregua di un palazzo fucsia in mezzo alla campagna. È fantasioso: non infantile, bensì comico, irruento, inopportuno e sgangherato.”