Scusa e Grazie sono le parole che più difficilmente escono dalla bocca delle persone; altre volte il contrario.
Kalina Muhova, con queste due opere (appunto Scusa e Grazie) pubblicate in collaborazione con Rulez, una realtà che promuove progetti legati al fumetto, dà voce a due termini a cui spesso non viene dato il giusto valore.
Senza risultare banale nel dividere la vita tra bianco e nero, esistono due tipi di persona, volendo generalizzare un po’ (lasciatemi andare avanti, fidatevi ed evitate l’essere prevenuti):
Il sicuro di sé e l’insicuro.
Non so voi, ma io mi riconosco pienamente nella seconda categoria. Questa recensione avrà un ché di personale, ma credo sia impossibile non lasciarsi andare quando si ha modo di leggere un libro così intimo, privato e profondo.
Musicalmente potrebbe risultare più orecchiabile dire “Grazie” e “Scusa”, ma qui non ci troviamo all’interno di una attività commerciale dove spesso è possibile ascoltare anche un “Torni a trovarci”.
Kalina chiede scusa e lo fa seguendo un crescendo all’interno della narrazione.
Si chiede scusa perché si fa tardi ad un appuntamento, per aver mangiato troppo, mancanza di soldi, per un orgasmo mancato, perché non si riesce a sorridere. Inizialmente è una risposta automatica che si utilizza per concludere presto una conversazione senza dare troppa importanza, mentre poi diventa l’unica risposta a cui si riesce a dare voce.
Non riusciamo a dire altro, perché l’unica cosa che riusciamo a sentire è un senso di inadeguatezza e di fallimento personale. Il sentirsi morta dentro e il non avere la forza nemmeno per stare in posizione eretta. L’unica possibile è quella ad armadillo o a riccio.
Si diventa quasi lo spettro di sé stessi, o il vago ricordo di una vita passata. Ma non lo fai di proposito, perché è più forte di te. Vorresti dimostrare alle persone che hai intorno che tu vuoi reagire e che sì, hai deciso di abbandonarti, ma che non lo fai per masochismo. Non riesci a fare altro. Nient’altro.
Vuoi urlare ma non hai la forza. Piangi.
L’unica cosa che puoi fare è trovare un tuo nuovo modo di comunicare, ed è scrivere.
Mettere su carta o su un foglio word quello che pensi è inizialmente impossibile ma poi, ad un certo punto, diventa quasi l’unica forma necessaria, l’unico rimedio per il tuo male interiore. E allora inizi e dai finalmente corpo a quello che senti.
Kalina Muhova prende in mano la matita e inizia a scrivere. E lo fa in una maniera magnifica perché nelle pagine non c’è perfezione, giusta composizione e proporzione ma la sua anima. Nell’aprire il suo cuore con te, lettore, oltre ad esorcizzare il suo senso di colpa, non ti fa sentire sola, anzi capita. Ti rendi conto che quello che hai provato e vedevi come un caos non succede solo a te, perché sei umana proprio come lei.
Le cancellature, le parole barrate e la matita sbafata le immagino come le ferite che l’autrice ha deciso di mostrare con coraggio, giacché gli errori si possono celare ma non eliminare definitivamente.
Non posso che dire solo una cosa: Grazie!
Non è solo una espressione per dimostrare la riconoscenza verso qualcuno, ma è anche il titolo della seconda opera di Kalina.
Quando si intraprende un percorso di cura, o semplicemente di riscoperta di sé stessi per favorire un amor proprio, bisogna riuscire a cogliere la bellezza nelle piccole cose. Rappresenta la seconda fase di questa analisi. È il momento in cui ti rendi conto che c’erano cose belle intorno a te, anche quando non riuscivi a vederle per via della nebbia. Riesci a dire quello che provi e ti senti amata perché le persone sono rimaste intorno a te, anche se non le sentivi vicine.
Scusa e Grazie di Kalina Muhova sono il regalo perfetto per la persona che più sentite di amare perché non vi ha mai lasciato, nemmeno nei momenti più difficili.
Il consiglio che vi vorrei dare è di regalarvelo perché alcune volte non bisogna essere giudici troppo severi, ma capirsi.
E poi guardate quanto è magnifica questa confezione regalo.

Vi lascio anche il link per tentarvi ancora di più.