Scrittori e amanti di Lily King è un libro che ho acquistato per la copertina e per la fascetta che diceva: “Splendido!”
Non sapevo davvero cosa aspettarmi da questo libro. La quarta di copertina mi faceva pensare ad un risvolto amoroso di più ampio respiro, cosa, questa, che non mi entusiasmava.
Invece poi durante la lettura ho incontrato Casey Kasem, la protagonista di Scrittori e amanti. Casey ha trentun anni, affoga nei debiti e per restare a galla fa i doppi turni come cameriera da Iris. Abita in un buco che prima era stato una rimessa per gli attrezzi da giardino.
Banalizzando la trama, potremmo dire che è Casey in un conflitto del cuore tra Silas ed Oscar; scrittore spiantato e disperato quanto lei l’uno, autore di successo l’altro.
In realtà, Silas ed Oscar sono meri accessori a quella che è la storia della protagonista. Questo perché ci si salva da soli? O perché finché non risolvi te stesso non puoi stare in una relazione con un’altra persona? Forse, può essere, l’una e l’altra. Io questo non so dirvelo.
So però dirvi di Casey, la cui storia ricostruiamo pian piano. Il libro è ambientato negli anni novanta, due degli eventi che scandiscono la narrazione temporale coincidono con il matrimonio e la scomparsa di Lady Diana. E a questi, soprattutto al primo, coincidono altrettanti ricordi.
Nel 1997 circa Casey si trova a vivere il periodo più brutto della sua vita. A trentun anni, dopo aver concluso la sua esperienza al college, aver traslocato undici volte, aver vissuto anche in Europa, torna a Boston con i suoi settantatremila dollari di debiti accumulati per il prestito studentesco. Più sola che mai.
La sensazione di spaesamento che accompagna Casey durante tutto il romanzo, oltre ad essermi familiare, è un tema che ultimamente sto incontrato spesso nelle mie letture. Soprattutto se legato ad un discorso di gap tra vita universitaria e vita lavorativa.
In Scrittori e amanti la protagonista si ritrova a dover raccogliere i pezzi di una vita che ha perso il suo principale collante, la figura materna. Come veniamo a sapere dalla narrazione, Casey, durante l’adolescenza, aveva già dovuto affrontare un primo periodo di allontanamento dalla madre, ma la morte, soprattutto se improvvisa, è qualcosa di molto più definitivo.
In particoare nella prima parte di Scrittori e amanti il sentimento di dolore per la perdita è molto forte e presente, più che un vuoto è qualcosa che occupa spazio. Come una grossa scatola in cui continuiamo ad imbatterci dopo un trasloco e di cui non riusciamo a liberarci, a sistemare. Alla mattina ti alzi, ci inciampi e la chiudi nell’armadio, ma alla sera, quando torni, eccola che ti aspetta dietro la porta.
“Infilo la chiave nella serratura. Sono dell’umore giusto per telefonare a mia madre, quell’umore allegro di quando cambia il vento. Calcolo che ore sono a Phoenix. Quasi mezzogiorno. Perfetto. Il chiavistello si ritrae e mi ricordo che è morta.”
In aggiunta a questo suo carico emotivo c’è il sogno di Casey, scrivere. Scrivere è tutto quello che vuole, sono sei anni che è alle prese con la stesura del suo libro. Tutte le mattine si alza, porta a spasso il cane e si siede alla scrivania tutto il tempo che può prima di andare a coprire il turno del pranzo da Iris.
Il tempo che viviamo con lei sembra senza via d’uscita, senza speranza. Bloccato in una dimensione di immobilità e dolore dove non importa quanto ti impegni, le cose non cambiano o, se lo fanno, cambiano in peggio. Tentiamo anche noi di boccheggiare, di restare a galla sopraffatti dalle emozioni di Casey. Ci sbracciamo e come lei speriamo che dietro l’angolo ci sia qualcosa di bello riservato per noi.
Ovviamente ci spera anche Casey, che nel momento di maggiore sconforto, sei settimane dopo la morte della madre, incontra Luke.
Uno dei punti chiave del romanzo, oltre a sottolineare una certa incompatibilità di relazioni tra scrittori, è che ogni individuo che incontriamo ha la sua storia, con le sue gioie e i suoi dolori. Questo potrebbe essere scontato, ma qui viene messo in luce in un modo sottile, proprio come se anche noi ci approcciassimo ad una conoscenza con i vari uomini che entrano nella vita di Casey.
Così ad esempio Luke, poeta, ingabbiato in un matrimonio di facciata attraversato dalla perdita di un figlio. Oscar, romanziere di successo, vedovo con due bambini piccoli e Silas, emergente un po’ perso, che convive con la perdita della sorella.
In questi termini entra spesso in gioco la contrapposizione tra Scrittori e amanti, proprio come vuole il titolo, e anche in maniera meno evidente tra uomo e donna. Vi riporto un lungo esempio, in questo caso il protagonista è Oscar, quello, tra tutti gli scrittori protagonisti nel racconto, che dovrebbe essere il più affermato:
[Oscar]“Hai visto che fotocopia patetica che hanno attaccato sulla porta? Vera Wilde fa il pienone in chiesa. A me danno sei sedie e un leggio da spartito sgraffignato alle prove della banda musicale del liceo. E che cazzo”. […] “Ho quarantasette anni. Ormai dovrei leggere gli auditorium. Hai visto che c’era sulla copertina della “Book Review” della settimana scorsa? Un mio allievo. I miei allievi mi fanno le scarpe. Mi rifiuto. Penso sempre che vada bene così, ma non va bene per niente”. […] “So perfettamente che dentro di me c’è un libro più bello. Dentro di me c’è qualcosa di importante. Lo so benissimo. Da sempre.” […]
[Casey] Praticamente tutti quelli che ho frequentato erano convinti di dover essere già famosi, di essere destinati alla grandezza e di essere già in ritardo sui tempi previsti. Un primo momento di intimità di solito comprendeva una confessione di questo genere: una visione prodotta da bambini, la profezia di un insegnante, il quoziente intellettivo del genio. All’inizio, col mio ragazzo del college, ci ho creduto. Più tardi ho pensato che sceglievo degli illusi. Ora mi rendo conto che i bambini maschi vengono educati a quell’idea, che è così che gli si adesca verso l’età adulta. Donne ambiziose ne ho conosciute, donne determinate, ma nessuna mi ha mai detto di essere destinata alla grandezza.
Sulla forte competizione tra scrittori e tra le differenze uomo/donna c’è anche un breve dialogo che segue il pezzo citato in cui Casey chiede ad Oscar come mai non ci sia stato mai nulla tra lui e la scrittrice Vera Wilde e lui si appiglia a numerosi stereotipi sull’essere supponente e zitella. Stereotipi subito smontati da Casey. Lei vede perfettamente che il nocciolo della questione è il successo di Vera (che si prepara ad un tour in Europa) rispetto a quello più moderato di Oscar.
Tutto quello che succede a Casey durante Scrittori e amanti fa parte di una scrematura, la prima, naturale, nell’ambito della carriera di scrittore; dove Casey vede molti dei suoi amici rinunciare a questo sogno per lavori più economicamente stabili, e la seconda scrematura a livello sentimentale, da tutti gli scrittori amanti che ha frequentato grazie ai quali ha potuto capire tutto ciò che non voleva al suo fianco.
Verso la fine di Scrittori e amanti di Lily King proprio quando crediamo che la protagonista stia per affogare, arriva una boccata d’aria. Il tempo, nella sua immobilità data dal dolore, ricomincia a scorrere, Casey comincia a ritrovare la sua identità, a ricostruire quel centro della sua vita che le era venuto a mancare. Anche se lei stessa è consapevole che la Casey che da Barcellona era tornata a Boston, non è la Casey che ora si approccia alla vita adulta orfana di madre.
Per citare le parole di D.H. Lawrence contenute nel testo: “Dalla morte di mia madre, il mondo cominciò a dissolversi attorno a me, bello, iridescente, ma scompariva, privo di sostanza. Fino a quando io stesso quasi mi dissolsi, e fui molto malato, attorno ai ventisei anni. Poi il mondo lentamente ritornò: o fui io a ritornare: ma in un altro modo”.