Saponi – Elena Ghiretti : recensione

«Di colpo il mondo fu popolato da trentenni. Erano dappertutto».

 Non ci sono delle regole da seguire quando si scrive una recensione e, in questo caso, penso sia appropriato questo incipit per parlarvi di Saponi, il romanzo di Elena Ghiretti, pubblicato da Fandango lo scorso anno.

Lucia è una senior strategic accout manager per una importante agenzia di Milano. E come dice lei stessa:

«senior le è dovuto, dopo sette anni di junior, lo strategic rivela l’intenzione di riconoscerle una certa responsabilità rispetto a un semplice account manager, ma lo stipendio è rimasto lo stesso e tutti quei termini insieme equivalgono a più lavoro, più tempo, più stanchezza per gli stessi soldi.»

Questa è Milano, amici. Mi sono trasferita qui nemmeno otto mesi fa e questa città pazzesca è un po’ così; si vive per il lavoro, per aggiungere titoli da inserire nella firma digitale o nei banalissimi biglietti da visita, pensando che prima o poi arriverà il momento in cui sarà possibile rilassarsi. I miei amici che lavorano nella comunicazione raccontano che è tutto una call, casting, campagne da seguire, produzioni e post, montaggio e vani tentativi di avere i rimborsi spesa. Le ferie sono un miraggio fin troppo lontano, dannata reperibilità!

Nelle presentazioni regnano i maledettissimi power point, imprescindibile skill che caratterizza Lucia, la nostra boomerona preferita. Donna super ironica, sarcastica, un pochino goffa, che ambisce a trasferirsi in un bel nido d’amore con il suo Luca, chef di un ristorante. Mi è stato detto che la protagonista di Saponi, il secondo romanzo di Elena Ghiretti, mi somiglia molto; entrambe non abbiamo un gran tempismo nella vita, possediamo una calamita per le sfortune e spesso c’è una scarsa capacità nel calibrare le blastate rivolte a persone che ci vanno particolarmente a genio. Capita. Non tutti apprezzano le stoccate che sorprendono.  

La protagonista di Saponi si ritrova all’improvviso con il lavoro non più sicuro, mollata dal suo luca con un biglietto – lo trova così inetto che non ritiene nemmeno sia giusto dargli la elle maiuscola – e l’affitto da sostenere di una casa più grande e molto più dispendiosa nella Bovisa (io avrei scelto via Paolo Sarpi) che decide di dividere con tre millennials molto simpatici. Tra feste, spettacoli, incontri serali inaspettati su divani, Lucia inizia a rimettere insieme i suoi pezzi, mettendo da parte il piccolo sogno di nido che tanto aveva desiderato dopo anni.

Non è la trama che colpisce in particolare, perché si può semplificare molto banalmente:

donna sui quaranta mollata, prossima alla disoccupazione che convive con tre poco più che ventenni e trova il mondo per ricominciare.

Saponi di Elena Ghiretti merita una lettura per le tante riflessioni che si fa Lucia, il modo in cui si pone nei confronti del corso degli eventi e le tante situazioni sconcertanti-divertenti. Molti hanno citato la serie tv Fleabag (stupenda, pazzesca), ma non ho trovato tutte queste analogie tra le due protagoniste. Lucia assume pian piano un atteggiamento sarcastico verso gli altri, come se dovesse trovare pian piano il coraggio; a differenza dalla protagonista interpretata da Phoebe Waller-Bridge, non rompe mai la quarta parete verso il pubblico.

Monologo di stand up o no, Saponi è una lettura che vi farà immergere nella dimensione che vivono quelli della generazione Z in questi primi e nuovi anni ’20.

Federica Andreozzi

Leggo da sempre, e ho deciso di diventare miope e astigmatica solo per provarlo a tutti. La mia compagna di vita si chiama Ansia, che mi somiglia ma ci vede benissimo. Recensisco di tutto, anche le etichette delle camicie, ma se mi date un fantasy non potrò che assumere l’espressione schifata in foto.

Lascia un commento