Ragazza senza prefazione è un titolo che ha catturato immediatamente la mia attenzione e la seconda di copertina mi ha convinta ad accettare questa lettura ricevuta in omaggio dall’esordiente Luca Tosi, edita da Terrarossa edizioni.
«Lettore ideale: chi si ricorda tutti i due di picche che ha preso e chi ne ha rifilato almeno uno del quale si è pentito.»
Come Marcello – ventisettenne timoroso di comprendere cosa gli prospetta il futuro – ne ho ricevute, di batoste amorose e di colloqui di lavoro non andati spesso in porto. Entrambi sappiamo cosa significa trovarsi con nessuna prospettiva lavorativa nonostante i faticosi anni di studio; Zelter con La scuola dei disoccupati ha delineato un perfetto ritratto che potremmo definire quanto di più reale possibile e non una visione distopica.
Marcello vive in un paesino della Romagna a casa con i sui genitori nell’attesa di poter spendere il suo master da settemila euro; nel frattempo le sue giornate sono scandite dalle più torbide riflessioni e analisi nel dettaglio di attimi della sua vita. Lo capisco benissimo, anche io mi trovavo nella medesima situazione quando ero ancora a casa ad aspettare l’esito di colloqui e prima di salire sul primo treno per Milano.
Ragazza senza prefazione diventa il chiodo fisso di Luca Tosi, oltre che di Marcello. Non ho avuto modo di parlare molto con l’autore, ma gli scrittori, in particolare gli emergenti, lasciano trapelare qualcosa di veramente personale nella dimensione intratestuale. Spesso un semplice messaggio indiretto a qualcuno o un’elaborazione metaforica del proprio lutto. La scrittura dell’autore è molto colloquiale e con espressioni dialettali, come se volesse raccontare questa storia ad un suo amico.
Spesso le storie d’amore sono le più difficili da metabolizzare, in particolare quelle che non hanno mai avuto un loro percorso evolutivo ma sono rimaste al semplice stato embrionale. Un po’ un “vorrei ma non posso” che ti porta ad analizzare ogni singolo fotogramma trascorso insieme e immaginando possibili esiti. Alcune volte una storia è solo destinata a rimanere in quel breve frangente, un appunto sul proprio quaderno che non porterà mai alla base di una buona idea da sviluppare per una narrazione lunga.
«Però, c’è una cosa a volte nei libri che le ragazze non hanno, Lei di sicuro non ce l’aveva: la prefazione. Quelle frasi che ti avvisano di un po’ di cose in anticipo, così scegli se andare avanti a leggere, o cambiare libro. L’avessi avuta, con Lei, una prefazione, avrei saputo prima a cosa sarei andato incontro. O è stato meglio senza?»
Banalmente mi viene da rispondere che allora ogni ragazza dovrebbe avere un kit di pronto soccorso ogni volta che inizia una nuova relazione. Però noi donne mandiamo messaggi chiarissimi, mentre per gli uomini sono super contorti e non capiscono mai nulla.
Parlo da persona che ne avrebbe dovuti ricevere diversi, di kit di pronto soccorso. E probabilmente avrò dato solo un due di picche nella mia vita, al massimo due.
Kit o no, la Ragazza senza prefazione di Luca Tosi non è semplicemente il pallino di un ragazzo in visibilio per una studentessa di psicologia, ma è anche la codificazione di una realtà lontana, ambigua, a cui puntano tutti coloro che non sanno cosa riserverà per loro il futuro e che cercano risposte.