Pomodori verdi fritti – Fannie Flagg : recensione

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg è un libro che non conosce tramonto. La prima uscita italiana risale al 1992, eppure io conosco orde di persone che continuano a recuperarlo o che vorrebbero trovare il tempo per farlo.

La fortuna di Pomodori verdi fritti è stata, e continua ad essere, così ampia che nel 2021 l’autrice ha regalato un seguito a tutti noi nostalgici della piccola stazione ferroviaria vicino Birmingham: Ritorno a Whistle Stop.

Se non avete mai letto Pomodori verdi fritti vi consiglio di farlo. Potreste anche approcciarvi alla storia attraverso la visione del film che ne è stato tratto: Pomodori verdi fritti alla fermata del treno. Anche se personalmente lo trovo meno intenso rispetto al libro, sebbene Fannie Flagg abbia collaborato alla stesura della sceneggiatura.

Ma andiamo ad approfondire, perché dico: “meno intenso”?

Perché Pomodori verdi fritti non è solo un libro, è un pezzo d’America che non esiste più; una cittadina che è stata sopraffatta e disgregata, almeno fisicamente, dalle circostanze, dallo scorrere del tempo. Il progresso, le auto che cominciano a diffondersi, come mezzo di trasporto da preferire al treno, e anche in un certo senso lo scorrere biologico della vita stessa della piccola cittadina di Whistle Stop.

Procediamo per gradi. All’interno del libro troviamo due grandi voci narranti: Dot Weems, che lavora all’ufficio postale di Whistle Stop. E che attraverso il suo Bollettino permette a tutti, e anche a noi, di restare aggiornati sulle stranezze, le curiosità e le sfortune che affliggono ogni abitante della cittadina. Senza dimenticare quelle della sua dolce metà!

La seconda è quella di una ormai anziana Ninny Threadgoode, che ci guiderà nella Whistle Stop dei suoi ricordi più belli.

Soprattutto nella parte iniziale del romanzo rimpiangerete di non essere nati a Whistle Stop. E di non poter far parte di una comunità così unita, il cui cuore pulsante è rappresentato da un caffè e dalla stazione ferroviaria. Ovviamente non bastano le mura a formare un ritrovo, sono le persone.

E, nella piccola stazione dell’America del sud, di persone meravigliose ce ne sono tante. Imparerete ad amare ogni singolo abitante, qualcuno per la sua bellezza, come Buddy Threadgoode, che sotto il paternostro riusciva sempre a rubare baci alle ragazze; o Ruth Jamison, i cui capelli rosso tiziano facevano perdere la testa a troppe persone.

Qualcuno poi per la sua simpatia come Idgie Threadgoode e il suo Club dei cetrioli sottaceto, di cui fa parte anche Wilbur Weems, marito di Dot. Qualcun altro perché non aspetta certo di mandarle a dire! E per questa categoria potrei citare quasi ogni abitante di sesso femminile del paese! 😀

Ed infine qualcuno lo amerete per la grande dolcezza, a volte ingenuità e sacra fiducia, e non posso che riferirmi alla cara Ninny.

Pomodori verdi fritti è la casa in America che non sapevate di avere, con tutte le sue storie di persone, di vite, di pranzi, di incidenti, di morti, di Natali e Pasque che vi sembrerà di sfogliare un vecchio album di ricordi di famiglia.

Ma non è solo questo, Fannie Flagg ci racconta una società degli anni Trenta-Quaranta che comincia a cambiare. Non solo attraverso il mutare delle abitudini e dei trasporti. Fannie non manca di trattare i temi quali il razzismo, la schiavitù della popolazione nera e della presenza del Ku Klux Klan nelle regioni del sud.

Birmingham si trova in Alabama, ed anche a Whistle Stop arriva la presenza del Clan, ma nella cittadina, dove tutto si mescola e si sta a cena gomito a gomito, si è un po’ troppo stretti per i sentimenti di odio, soprattutto verso persone che conosci e di cui ti fidi, al di là del colore della pelle.

Flagg è anche dichiaratamente omosessuale, e non è strano trovare nei suoi romanzi riferimenti a relazioni LGBT. In Pomodori verdi fritti, Idgie e Ruth sono due donne molto innamorate l’una dell’altra, che all’interno della comunità non perderanno mai il loro posto e valore. Anzi, dalla loro unione nascerà il caffè di Whistle Stop, per anni centro di ritrovo cittadino.

La scrittrice smonta tutte quelle che sono le contraddizioni dei sentimenti di odio, come il razzismo e l’omofobia. Li mette in evidenza, facendone risaltare i luoghi comuni, ridicolizzandoli in scene che sfiorano la comicità.

Tutto diventa più semplice se ci permettiamo di vedere le persone solo come persone, vicini, amici, conoscenti, al di là di orientamento e colore della pelle.

Sul finire del libro assistiamo al mutamento silenzioso di una cittadina che invece era sempre in movimento. La chiusura dello scalo ferroviario, del caffè, dell’ufficio postale, portarono alla chiusura dei negozi, dei parrucchieri e anche le persone, almeno fisicamente, furono infine separate, migrate nei più disparati angoli del paese.

Ma non siate tristi! L’amore continuerà ad unire la piccola comunità di Whistle Stop. Con la voce narrante di Dot Weems che vi porterà a fare un giro per le case. Quello per Birmingham è un treno che vi conviene prendere. E se proprio siete impossibilitati nel partire, alla fine del libro Ninny Threadgoode vi lascia la famosa ricetta dei pomodori verdi fritti del Caffe di Whistle Stop, e sarà un po’ come partire.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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