Per tutto il resto dei miei sbagli è l’esordio letterario di Camilla Boniardi; il nome non vi dice niente? E se vi dicessi che invece sapete sicuramente di chi sto parlando?
Proviamo così: Per tutto il resto dei miei sbagli è l’esordio letterario di Camihawke (aaaaah).
Sì, mi sembra quasi di sentirlo; ho cominciato con questo discutibile siparietto perché, per me, è andata più o meno così:
- Sai è uscito il libro di Camihawke
- Ah, lo prendo, lo voglio leggere!
Per poi passare circa un quarto d’ora in libreria alla disperata ricerca del libro di Camihawke. Se non ci fosse stata la fascetta con il suo viso familiare stampato sopra, probabilmente, sarei ancora lì a cercarlo.
Sul perché io pensassi che una persona che pubblica un libro non debba farlo con il suo nome e cognome ma con uno pseudonimo ne parleremo un’altra volta.
Se amate le storie d’amore, soprattutto quelle travagliate dove potete soffrire un po’ insieme ai protagonisti sperando in un finale migliore, questo è il libro che fa per voi!
Marta è la protagonista. E attraversa un periodo difficile della sua vita, mette in discussione tutte le sue scelte, sia sui sentimenti che sul piano di studi.
Sua fedele amica è Olivia, che con il suo lucido caschetto color cioccolato sembra determinata e ben avviata nella professione di avvocato. Eppure sul piano dei sentimenti le due amiche giocano due partite molto simili.
Mentre Marta è alle prese con una carriera universitaria che sente sbagliata ed una relazione cominciata già sotto il segno del fallimento, grazie all’intraprendenza di Olivia riesce a fare la conoscenza di Leandro.
Leandro è il leader di una delle band preferite da Marta.
Da quell’incontro prenderà il via una storia d’amore, fatta di messaggi e di distanze, ma anche di grande passione. La cui prima parte si concluderà con un colpo di scena.
Il libro inizia durante un trasloco che non avevo ben capito, perché la narrazione prenderà poi spunto da un oggetto per ripercorrere tutta quella che è stata la storia tra Marta e Leandro. La scena del trasloco viene poi ripresa e sciolta nel finale.
Ci ho messo un po’ a fare amicizia con Marta, prima perché non riuscivo a darle una propria voce. Era come se Camilla mi stesse raccontando il libro come farebbe in un suo video, poi perché mi sembrava di non avere molto in comune con questa ragazza che si muoveva nello spazio urbano di Milano.
Probabilmente perché quello spazio mi suonava estraneo.
Man mano che si procede nella lettura si riesce ad empatizzare di più con Marta, sempre se si è provato il senso di smarrimento. A meno che non siate tra i fortunati che invece hanno sempre saputo cosa fare nella vita, beh allora vi invidio.
Altrimenti se così non fosse, Marta mette in gioco dei meccanismi molto umani. Se da un lato ci sono i dubbi, sul futuro, sulla carriera lavorativa e sulla fine di un percorso universitario visto come una liberazione, dall’altro Marta si tuffa con fare autolesionistico nelle relazioni più sbagliate, che vanno ad aumentare insicurezze e dipendenze, di conferme sentimentali, di approvazioni da parte del partner.
Marta si sta spegnendo, piano piano, perdendo la voglia di rischiare, di vivere, è in un limbo e in quel limbo sta scomparendo, perdendo anche molto peso.
Dopo l’incontro con Leandro non cambia niente, ognuno dei due torna alla propria vita finché, colta l’occasione di alcuni auguri di buon compleanno, tra i due nasce una fitta corrispondenza via email.
Anche le sensazioni di Marta durante questa lunga conoscenza sono riconoscibili. La gioia di vedere il nome dell’amato comparire sullo schermo, la paura di un sentimento che è ancora troppo presto per definire amore. Le lunghe rivelazioni e confidenze che contribuiscono a creare un momento di realtà sospesa solo vostro.
Eppure leggendo la conversazione ho capito perché ci si innamora sempre di personaggi che non esistono. A Marta è capitato l’unico essere ancora comunicativo sulla terra. Leandro scrive lunghe lettere in cui non ha paura di esprimere i suoi sentimenti o di impegnarsi in una conoscenza, anzi è lui stesso a proporre che quelle chiacchierate si spostino su un piano più impegnato.
Marta un uomo così lo ha trovato in Umbria, lascio questa informazione qui, nel caso ci fossero donne interessate a tentare la fortuna.
Tra le numerose cose in comune che Camilla Boniardi cede al suo personaggio c’è sicuramente l’umorismo. Se avete mai visto un video di Camihawke non vi sarà difficile riconoscerne l’ impronta anche all’interno del libro. Un po’ dissacrante e un po’ atto a sollevare una situazione che volge alla tristezza o disinnescare un momento carico d’ansia.
Punto fortemente a favore della narrazione è il non aver affidato la soluzione di tutti i problemi alla storia d’amore tra i protagonisti.
Leandro e Marta forse sono anime gemelle, ma si incontrano nel momento sbagliato. Entrambi hanno bisogno di effettuare dei percorsi di crescita, di affrontare da soli i propri ostacoli.
Marta arriverà piano piano a prendere coscienza del proprio valore e ritroverà il coraggio di fare scelte che stravolgono in positivo la sua vita, verso una felicità che è solo sua e che non deve a nessun altro. È vero, attraversa periodi di sconforto, ma non resterà mai ferma ad aspettare qualcuno. Continuerà a seguire la corrente senza precludersi nulla di quello che incontra lungo il cammino, che ormai è un cammino di guarigione e di insegnamento.
Perché alla fine se davvero esiste una predestinazione, se davvero ci sono anime gemelle, queste riusciranno sempre a rincontrarsi, poiché sono sì due anime, ma poi per fortuna e per forza, anche una sola.