Pelle d’Uomo – Hubert, Zanzim : recensione

Sulla pelle si manifesta costantemente il rapporto tra interno ed esterno, la continua scoperta di ciò che prima non conoscevamo. Pelle d’uomo di Hubert e Zanzim racconta la storia di Bianca, diciottenne e già promessa sposa in un’epoca tardomedievale – prerinascimentale che non è mai sembrata così odierna.

Ignara e sognatrice, tipica principessa fiabesca, fantastica sull’idea di un reciproco amore vero. Un miraggio così lontano, viste le usanze dell’epoca con matrimoni combinati, doti da preservare e antiche famiglie aristocratiche-borghesi da mantenere. E qui entrano in gioco altre tradizioni, quelle tramandate oralmente e in segreto che permettono una sorta di lasciapassare.

Le donne del graphic novel Pelle d’uomo indossano un derma maschile, quello di Lorenzo, la tipica bellezza mediterranea che permette di conoscere, anche se in un piccolo frangente, il mondo secondo il punto di vista di un’altra pelle; quella maschile si trova in una posizione di potere, comando, è attore attivo e partecipativo nella realtà.

Gli autori francesi fanno leva su una visione di pensiero che calza a pennello, come un guanto, e che si può tranquillamente adattare anche ad una realtà contemporanea.

Bianca, candida come la neve, abita la pelle di Lorenzo per conoscere davvero il suo promesso sposo, Giovanni.

La ricerca di una propria identità che passa soprattutto attraverso la pelle e il contatto nutrirà una storia d’amore e di condivisione, anche se a metà. L’evoluzione, scoperta e rinascita avverrà solo per Bianca, protagonista femminile della storia. Mentre Giovanni non arriverà mai alla consapevolezza di amare la sua partner, ma solamente Lorenzo, l’identità che indossa Bianca pur di averlo.

 Il meccanismo dispotico del potere patriarcale e religioso genera un eccessivo controllo delle pratiche sessuali, di onore maschile, del corpo. Alle donne non è permesso di sentirsi desiderate ed esplorate come un’isola; vengono considerate solamente per il compito da assolvere nel talamo nuziale per portare avanti progenie, che si spera sia del sesso non debole.

Pelle d'uomo tavola
La critica all’inquisizione religiosa ci sta sempre bene, però io sono di parte e i miei alunni che hanno seguito le mie lezioni a scuola di storia medievale lo sanno xD

Il romanzo grafico Pelle d’uomo tira in ballo la tematica della fluidità e scoperta di genere, lotta femminile e necessità di raggiungere una parità sessuale. Sono tematiche davvero difficili da trattare e il rischio di parlarne in maniera superficiale è palpabile. Penso non per una mancanza di tatto o per una non curanza da parte di persone che hanno una loro idea di genere, ma perché, banalmente, penso sia un qualcosa che purtroppo non si riesce a cogliere a pieno se non ci si è mai posti una domanda simile.  La mia idea non è quella di sensibilizzare alla tematica, perché di certo non penso di essere la persona più adatta – non avendo mai dovuto affrontare un tale conflitto interiore e per il tipo di formazione avuta –, però credo siano ideali sin dalla prima adolescenza una o più figure di riferimento che guidano senza far sentire una persona non accettata, rispettata e compresa. Probabilmente genererò l’ira di eserciti di persone super attive che mi diranno “cosa vuoi capire tu etero cis?!”

Probabilmente non molto, però consiglierò sicuramente questo romanzo grafico e tante altre letture qui su Bookrider come il graphic novel Gender che tratta tematiche #lgbtq+ ai miei studenti, amici e ai miei nipoti. Molte volte i libri ti aiutano davvero, più di un sorriso cercato tra le persone più care. È uno sguardo di intesa nel tempo di una lettura, immersiva e che può generare l’effetto farfalla nel lettore.

L’unica cosa che non mi ha convinto in questa lettura è il finale, speravo tanto in rivelazioni ma il lieto fine è comunque assicurato. Per il resto, leggetelo!

Federica Andreozzi

Leggo da sempre, e ho deciso di diventare miope e astigmatica solo per provarlo a tutti. La mia compagna di vita si chiama Ansia, che mi somiglia ma ci vede benissimo. Recensisco di tutto, anche le etichette delle camicie, ma se mi date un fantasy non potrò che assumere l’espressione schifata in foto.

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