Nonostante tutto – Jordi Lafebre : recensione

Prima di cominciare a parlarvi della graphic novel Nonostante tutto di Jordi Lafebre, vi racconto un aneddoto.

Avete presente il periodo d’oro dei libri e della serie Game of thrones?

Quando le stagioni cominciarono pericolosamente a superare i libri cominciarono a comparire numerosi meme dove si scherzava sul fatto che George R. R. Martin avrebbe dovuto dedicarsi alla scrittura degli ultimi libri.

Se non li avete letti bisogna che io vi dica che ogni capitolo è scritto dal punto di vista di uno dei personaggi.

Per questo motivo uno dei miei meme preferiti era quello in cui si diceva che l’autore avrebbe scritto un intero capitolo dal punto di vista di Hodor e che questo sarebbe stato quindi composto da un’unica parola, Hodor per l’appunto.

È un rischio che ho corso anche io, quando ho deciso di parlarvi della graphic novel di Jordi Lafebre Nonostante tutto.

“Bellissimo, bellissimo bellissimo. Bellissimo bellissimo, bellissimo!”

Sarebbe venuto più o meno così, su stampo dell’esempio precedente. Un’unica parola per parlarvi di un libro… – bellissimo? – Anche!

Ma come mi ripeteva da un remoto angolo del mio cervello lo spot della Treccani: “la lingua italiana comprende oltre duecentocinquantamila parole, usiamole”.

Avrei quindi potuto arricchire il mio testo di parole come: magnifico, emozionante, sconvolgente, eccezionale, splendido, grandioso, fantastico.

Grazie Treccani, perché questo spot del 2016 (!!!) non mi è mai più uscito dalla testa. 🙂

Tra me e Nonostante tutto di Jordi Lafebre è stato amore a prima vista. D’altra parte ‘ho acquistato accondiscendendo ad un istinto primordiale che già sapeva lo avrei amato.

Avete presente il modo di dire: “gli manca solo la parola”?

A Nonostante tutto manca solo il doppiaggio (idee per la colonna sonora) e poi è pronto per rapire i vostri cuori anche sul grande schermo. infatti mentre lo leggevo le immagini mi scorrevano davanti veloci, l’ho letto tutto d’un fiato, posticipando tutti gli altri impegni.

Infatti i disegni di Jordi Lafebre e i colori di Clémence Sapin si amalgamano così bene, tutto ciò attribuisce a creare la pozione d’amore meglio riuscita che mi capita di leggere da un po’.

La graphic novel si compone di venti capitoli, si parte dall’ultimo per arrivare al primo, in ogni caso vi consiglio di non cedere alla tentazione di sbirciare il finale fingendo di controllare che non sia un errore.

C’è di una dolcezza di fondo che accompagna tutta la narrazione, come una canzone o il profumo della colazione che arriva dai caffè nelle fresche mattine estive. Zeno & Anita sono i protagonisti di una storia d’amore senza tempo, in una città sul mare piena di scale, vicoletti e gabbiani. È una storia dinamica, realista e moderna, dove il vecchio, il nuovo, il passato e il presente si mescolano in un movimento vorticoso.

Dunque anche se non appartenete al genere degli inguaribili romantici, posso assicurarvi che di questo libro amerete tutto.

Resterete rapiti da Zeno, dai suoi grandi occhi blu, dal suo spirito inafferrabile; una vita piena di avventure, di paesi da vedere e di donne da incontrare. Ognuna con le sue peculiarità e caratteristiche, ognuna da ricordare.

Ma quando viaggi così lontano e per così tanto, è perché hai il cuore al sicuro in un luogo che chiami casa. Lo sai al sicuro e sai che tornerai a riprenderlo.

E alla fine vi piacerà anche Anita, detta Ana, per la sua forza, la sua determinazione, per l’empatia che le fa vedere sempre le persone dietro le cose.

Nonostante tutto è una storia sull’amore, con una chiave di lettura, moderna. Al contrario di tutti quei film d’amore infarciti di grandi gesti, di rinunce, di progetti che devono necessariamente essere sconvolti, per rispondere al richiamo dell’amore, Nonostante tutto ci insegna l’attesa.

Il persistere, che il tempo non è solo quello dei vent’anni, che amare va oltre i visi giovani e oltre i differenti progetti di vita. L’amore corre da un capo all’altro del mondo lungo le linee del telefono per tenerti compagnia, discreta, dopo l’orario d’ufficio.

E le pareti di una stanza possono aprirsi e diventare la sabbia calda di una piccola isola tropicale, sotto un cielo talmente luminoso che è impossibile da guardare.

Ana ha i piedi per terra, vuole restare nella città dove vive, vuole una famiglia, una stabilità che Zeno non può prometterle e così costruisce la sua vita, con la stessa caparbietà con la quale si impegna a dare un ponte alla sua città.

Un ponte che è anche metafora del legame che tra lei e Zeno non si spezzerà mai, restando sempre una musica di sottofondo sulla quale si troverà il tempo e il coraggio di ballare una volta riuniti.

Tra le cose che ho apprezzato di più ci sono i colori delle tavole. Così che ogni luogo dal Mediterraneo all’Antartico ai Caraibi è colto nel suo pieno colore descrittivo, se ne avverte il clima, l’atmosfera, è così facile immergersi nel racconto, viaggiare insieme a Zeno, o anche passeggiare con Ana per la città.

Ad ogni modo tema ricorrente nel libro, oltre al legame d’amore tra i due protagonisti, è sicuramente quello del viaggio unito al ritorno (no, non farò un esempio con Odisseo/Itaca/Penelope).

Tutto riporta al tempo, al suo andamento, al modo in cui scorre e alla possibilità concreta che lo si possa mandare indietro. Dietro a questa teoria, all’esistenza di questa possibilità, Zeno c’è stato quarant’anni.

Quarant’anni è il tempo che è servito per provare a risalire all’origine delle cose; che è servito infine per poter tornare nella città dove tutto è cominciato, dove si trova Ana. Quarant’anni, perché niente richiede più tempo che tornare a casa.

Alla fine in questo lungo lasso di tempo, Ana ha imparato che non puoi nascondere un elefante sotto il tappeto, come credeva di aver fatto; Zeno non ha trovato la chiave che porta indietro le lancette. Ugualmente hanno saputo ritrovarsi, forse più anziani, con colori diversi, con vite che li hanno portati lontano eppure, se un ponte è possibile, non resta che attraversarlo e provare a vivere insieme quel pezzetto di vita che avevano tenuto da parte.

Un pezzetto pieno di gabbiani, con vista sul mare.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Nonno Frat

    Avevo visto il fumetto in libreria e devo dire che già la copertina mi aveva colpito e invogliato a leggerlo, ma è stato il vostro entusiasmo che mi ha convinto alla spesa. Cosa mi sarei perso se non lo avessi fatto! UN CAPOLAVORO ASSOLUTO! Una delle storie d’amore più belle che abbia mai letto. Ironica, profonda, trama tutt’altro che scontata, costruzione meravigliosa e illustrazioni spettacolari. Ho pianto come un bambino. Grazie

    1. Oriana D'Apote

      Come posso non dirmi d’accordo, per me è stato lo stesso, un colpo di fulmine, non ne conoscevo neppure la trama.
      Quando scelgo una graphic novel, uno dei pesi maggiori è dato dallo stile di disegno e dai colori. Jordi Lafebre lo conoscevo già per Un’estate fa, opera di cui mi tentava molto l’acquisto. Con Nonostante tutto non ho avuto dubbi, l’ho preso appena l’ho visto e non me ne sono mai pentita. <3

Lascia un commento