Fare divulgazione è difficile, soprattutto se per un bacino d’utenza molto vasto. Da un lato si rischia di abbassare troppo la materia con ipersemplificazioni, dall’altro c’è sempre la tentazione di tirar fuori dal cilindro accademico qualche riflessione lunga e barbosa senza accorgersene (non è vero, se ne rendono conto ma amano la loro voce più della pazienza degli uditori in sala).
Yuval Noah Harari, invece, riesce a eludere ogni categoria. Noi inarrestabili – Come ci siamo presi il mondo (Bompiani, 2022) è la dimostrazione di come sia possibile unire ironia e conoscenza tenendo sempre alto il tenore delle riflessioni, senza però risultare un trombone che vuole a tutti i costi dare una sua versione granitica.
La grandezza dell’autore è nel dubbio: il volume esamina principalmente la preistoria, periodo senza fonti scritte – è proprio il discrimine tra storia e preistoria – e per questo un po’più fumoso. Ebbene, Harari avanza gruppi nutriti di ipotesi sul passato, ricordando sempre che una qualsiasi tra loro potrebbe essere vera, e che tutto si gioca sulla capacità di interpretazione delle fonti.
Ci sono molte cose che non sappiamo del passato, e quando non sappiamo qualcosa è sempre meglio dire: “Non lo so”. Nella scienza dire “non lo so” è fondamentale. È il primo passo, perché solo dopo che hai ammesso di non sapere qualcosa puoi cominciare a cercare una risposta. Se pensi di sapere già tutto, perché perdere tempo a cercare?
Noi inarrestabili è una storia onesta, la nostra storia; la curiosità è il motore del testo, perché in ogni paragrafo nasce un nuovo brivido che deriva dalla sete di conoscere un pezzetto in più dei nostri bis-bisnonni. Leggiamo dei motivi per cui probabilmente i sapiens vinsero la corsa al dominio della Terra, delle nostre capacità o dei nostri “superpoteri”.
Ecco, potremmo definire il testo di Harari come libro per ragazzi per via di certi paragoni, eppure il termine così fumettistico fila alla perfezione nei ragionamenti dell’autore. Abbiamo battuto animali grandi più di un Suv, intere specie, e purtroppo stiamo vincendo anche contro il nostro pianeta che, in ogni caso, combatte. Oh, se si difende.
Le ultime pagine invitano i giovani all’azione, a credere nelle proprie lotte, in virtù di una caratteristica ben precisa dell’uomo: la consapevolezza. Sterminare i procoptodonti o i mammut non era nei piani del genere umano, eppure è successo. Sì, perché non è un evento che accade dall’oggi al domani, e spesso finiamo per non credere ai racconti altrui – soprattutto in famiglia. “Un tempo sui muri potevi trovare le fragole selvatiche, pure la liquirizia!”, diceva mio nonno. Gli ho creduto solo quando ho visto una vecchia fotografia in bianco e nero. Troppo tardi per dirgli che aveva ragione.
Sappiamo bene cosa stiamo facendo a leoni, elefanti, delfini e balene. Siamo responsabili del loro futuro. E anche se sei piccolo, anche tu puoi fare qualcosa. Ricorda, anche da bambino sei più potente di qualsiasi leone o balena! Certo, le balene sono molto più grandi di te, ma tu hai il superpotere di raccontare storie e collaborare.
Sono presenti anche esempi di bambini e ragazzi che riuscirono a sensibilizzare gli adulti su questi temi; la narrazione spinge a credere nel futuro, soprattutto se davvero proviamo a cambiare e migliorare. E poi non è mai troppo tardi, infatti non confinerei il libro in età specifiche. È ottimo in ogni momento, anche a trentadue anni come me.
Noi inarrestabili è poi corredato dalle illustrazioni di Ricard Zaplana Ruiz, che commentano il testo in maniera sempre calzante. Talvolta i disegni sono sullo sfondo del testo e evocano al meglio i contenuti di Harari.
Con questa nuova uscita Bompiani ci addentriamo nelle implicazioni della scoperta del fuoco, nella genesi delle religioni, l’origine del denaro e spiegazioni sulle società per azioni for dummies. E tutto questo parlando solo della preistoria!