Niente caffè per Spinoza – Alice Cappagli : recensione

Niente caffè per Spinoza di Alice Cappagli (Einaudi 2019) è una brezza marina livornese che accarezza e fa immergere teneramente in nuovi incontri e cambiamenti. È una storia di quotidianità che si intreccia con naturalezza nelle riflessioni dei più grandi e sapienti del pensiero senza scadere nella retorica più erudita.

Maria Vittoria detta Marvi – i nomi sono molto importanti, come dice anche il Professore – è una donna di 42 anni che vive la sua vita come domestica in funzione di un matrimonio solido come «una capannuccia fatta con stuzzicadenti»; Il Professore, cieco, 70 anni circa, è un uomo colto e sapiente che trova sempre le verità della vita nei grandi pensatori del passato.

L’incontro dei due si dimostrerà proficuo per entrambi e impareranno l’uno dall’altra: lui apprezzando le piccole cose come la zuppa di lenticchie e lei del come i libri possano essere fondamentali per ritrovare la propria vita.

«Un libro di per sé non è nulla se non trova qualcuno che lo fa vivere nella lettura»

Il professore, che vuole essere chiamato solo così, si pone come spirito guida per la donna che sta andando incontro alla sua nuova rinascita, mentre lui sta per svoltare l’angolo della sua amata Villa Fabbriconi per l’ultima volta. Marvi è la voce che aiuta la mente ormai fallace del professore a ricordare; lui è gli occhi che la guidano verso la conoscenza e realizzazione di sé stessa.

«Già, ho avvicinato anche lei ai libri. Come vede non tutti i mali vengono per nuocere, neppure i peggiori»

Per ogni persona è sempre una grande soddisfazione poter dire “Lui/Lei ha iniziato a leggere, per piacere, grazie a me”, figurarsi per un professore. È un romanzo fresco, interessante e simpatico. È la storia di una donna comune che si rimette in gioco, senza quei cliché che attraggono un pubblico affamato di storie amare e lacrimevoli. Non è la parallela storia d’amore a colpire il lettore, ma l’amicizia che nasce tra due persone di due mondi diversi ma che riescono a trovarsi. I personaggi di contorno come la Vally, maniaca del controllo, la vicina impicciona che va a curiosare con la scusa del gatto, il Prigioniero e gli altri amici del professore rendono molto scorrevoli le pagine e fanno compagnia diventando amici anche del lettore.

L’opera prima dell’autrice è finalista al premio John Fante dove ci sono tanti titoli interessanti, ma in fin dei conti so già per chi tifare!

EDIT:

Che dire, il mio per Alice Cappagli e Niente caffè per Spinoza è stato un colpo di fulmine. Il Professore ha rapito il cuore di noi tutti con le sue lezioni di filosofia. Era un cavallo vincente dal primo momento, ed ha galoppato verso il trionfo al John Fante Festival. Aspettiamo i prossimi romanzi, perché l’esordio è da pieni voti!

Federica Andreozzi

Leggo da sempre, e ho deciso di diventare miope e astigmatica solo per provarlo a tutti. La mia compagna di vita si chiama Ansia, che mi somiglia ma ci vede benissimo. Recensisco di tutto, anche le etichette delle camicie, ma se mi date un fantasy non potrò che assumere l’espressione schifata in foto.

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