Manuale per sopravvivere alla vita – Giulia Bazzucco : recensione

È stato molto divertente leggere Manuale per sopravvivere alla vita di Giulia Bazzucco – non temete, sono cento pagine, si sopravvive anche alla sua lettura – sia per lo stile, Giulia, seppur dotata di un certo pessimismo ben noto ai millennials, riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno (COME FAI GIULIA???), e questo riesce spesso a strappare un sorriso durante la lettura.

Sia perché l’autrice, cresciuta in provincia, spesso mi parla di una realtà che conosco bene, anche se i nostri luoghi d’origine sono geograficamente lontani l’uno dall’altro e divisi dall’eterna lotta nord vs sud. Eppure tutto il mondo deve essere paese se, nella narrazione, due lontane province si somigliano tanto.

Mal comune mezzo gaudio Giulia, te lo consiglio per il prossimo manuale!

In Manuale per sopravvivere alla vita, vengono esposti, in ordine abbastanza cronologico, tutti quegli eventi, quelle combinazioni di fattori nei quali incappiamo lungo quel tragitto che chiamiamo vita e che a grandi linee possono valere un po’ per ognuno di noi.

Già durante la prefazione l’autrice ci pone davanti alla famosa questione che, volenti o nolenti, siamo tutti sulla stessa barca; io la percepisco come il Titanic, e divisi per classi, c’è sempre chi viaggia in prima e chi nella stiva. Eppure, proprio come il noto transatlantico, anche la barca metaforica della nostra vita sembra andare affondando e forse lo fa veramente, beh sì, secondo Lara Williams questa Crociera finirà male, tu tutu tu tu tu tuuuuuu (my heart will go on in sottofondo).

In ogni caso Giulia Bazzucco pone il punto focale della sua narrazione su quello che definisce “stress vita correlato” (tipo quello che sto provando io, perché il cursore continua a spostarsi… :@) che deriva dal dover fronteggiare anno dopo anno, dopo anno, dopo anno, tutte quelle piccole grandi seccature che ci capitano e che vanno ad alimentare il Joker dentro ognuno di noi (mi è piaciuta molto questa definizione, Batman tieniti pronto che sto lì, lì…).

Il libro va in un crescendo di rotture di pal.. ah no, di esperienze. E fatta esclusione per la sola infanzia, è un accumularsi di disgrazie, dalle superiori, all’università, al mondo del lavoro. Insomma non andrà mai meglio, a meno che non vinciate alla lotteria, o seguiate qualche buon consiglio di Giulia.

Chiavi per la nostra felicità sono le amicizie scelte con cura e un buon bicchiere di vino, per l’insonnia un bel segno della croce, se siete credenti, e una pacata rassegnazione a sfruttare quel tempo extra che non avete chiesto se non lo siete.

Aspettative, famiglia, scarsa autostima, ansia e paure, sono l’immediato blocco successivo e mi chiedo se sia un caso che siano così vicine tra loro!

Però, se riprendiamo il concetto di stress vita correlato, le parti che mi hanno divertito di più sono state quelle dedicare ai piccoli nervosismi quotidiani, come: il TRAFFICO!!

O la sfortuna, che non si stanca mai di perseguitarci: mi chiedo, a questo punto, quali siano le persone fortunate!

E il temutissimo taglio di capelli sbagliato, profondo orrore della mia vita, poiché ne cado spesso vittima. Ma UN taglio in particolare è stato più sbagliato degli altri e lo ricordo con orrore massimo, talmente alto il mio disgusto che non sono neanche riuscita a dire la classica bugia al parrucchiere: “Come sono? Bellissimi!”

Per poi piangere a casa.

No, io no, io gli ho detto: “Non mi piacciono”; creando probabilmente una frattura nel metaverso, infrangendo un evento canon.

Tra le scocciature più grandi mi stavo dimenticando di annoverare le PERSONE, sì le persone!

Chi fa un lavoro a contatto con il pubblico capirà, le persone hanno creato i migliori joker, loro non lo sanno, ma stanno mettendo alla prova la tua pazienza; se siete inclini alla meditazione potrebbe salvarvi un corso zen, oppure, se non lo siete, la box, altrimenti, non girare armati.

Ah, e leggete questo libro, Giulia da consigli migliori dei miei.

Pero mi sentirei di consigliarvi una raccolta poetica che, già dal titolo, sento molto affine, alle volte, si intitola: La gente e altre seccature.

E ancora, il capodanno, con la pressione sociale che ci viene imposta, ovvero: divertirci in compagnia! Anche i gruppi WhatsApp di capodanno alimentano il joker. E qui, la questione, divertimento mostrato e comprovato si ricollega al rapporto con i social che vedremo dopo.

Si parla anche di serie tv e di quanto ci salvino la vita, sezione che metterei in diretta correlazione con quella dei sogni e delle bugie. Perché, per i sogni, quelli ad occhi aperti, vale sia la frase di Walt Disney: “se puoi sognarlo puoi farlo”, sia quella di Silente: “non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”. In pratica l’equivalente profetico di: meglio una bella bugia o una brutta verità?

Ed ecco come tutte e tre le sezioni si intersecano tra di loro, poiché ruotano attorno all’alternarsi di sogno e realtà e alla loro eterna contrapposizione (sempre se non vinciate quella famosa lotteria).

Io mi sento allieva di Silente, meglio la realtà, anche se è una merda, ma poi, proprio come Harry ogni tanto la notte vado a sbirciare nello specchio delle brame.

In Manuale per sopravvivere alla vita tocchiamo anche il nostro rapporto con la tecnologia e i social, di cui accennavo prima, e alla necessità di disconnettersi ogni tanto.

None Giù, non sono pronta, mi devo vedere le mie serie tv in santa pace di Dio.

Anche se importante è l’invito a riflettere su ciò che vediamo sui social e che è solo un piccolo attimo di felicità, una porzione di una giornata, un frammento di vita.

Insomma ognuno è infelice a modo proprio, l’incipit a me più caro, lo ritroviamo anche qui, ed è sempre valido, sarà per questo che lo cito sempre anche io?

Anche se viviamo in un momento storico in cui ci viene richiesto di mostrare sempre e di dimostrare sempre, immortalando l’attimo che farà credere allo spettatore che me la sto passando meglio di lui che sta sul divano a scrollare.

In conclusione leggetevi Giulia Bazzucco perché è una giovane autrice divertente, e ancora abbastanza ottimista, talmente carina che mi ha regalato un mandala da colorare ma che io nella mia ottica leopardiana amo guardare nel suo bianco e nero originale.

“Cantate anche se siete stonati, ballate anche se la coordinazione non è una delle vostre doti migliori, dipingete anche se non lo sapete fare. […]

Siate differenti. Siate felici a modo vostro. Sentitevi vivi.”

Mi prenderei la licenza poetica di dirvi: siate vivi.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Giulia Bazzucco

    È una recensione bellissima, ho riso e mi sono anche un pochetto commossa 💚 grazie grazie grazie

    1. Oriana D'Apote

      Ciao Giulia, è stato un piacere! 🙂
      Come hai potuto vedere rispondo al tuo ottimismo filtrandolo attraverso la mia lente leopardiana ma senza perdere un pizzico di autoironia verso me stessa;
      infondo abbiamo bisogno di un po’ di speranze, altrimenti non si sopravvive! ❤️ 😉

Lascia un commento