Leggere Paulo Coelho è un modo per alimentare la spiritualità, curare l’anima, nutrire la parte immateriale della persona. Dopo le prime quindici pagine di Maktub ho ricordato la bellezza della sensazione che si prova nello scandagliare quest’organico universo letterario (che non si riduce solo all’Alchimista, nonostante sia il testo più amato).
Proprio nell’Alchimista, però, ho scoperto la parola “maktub”; la parola, letteralmente, si traduce “così è scritto”, ma non sta a significare che una storia sia bloccata e immutabile. Con la propria forza si può riscrivere il destino in una delle traiettorie possibili.
Cos’è quindi questo libro? Nella forma è una raccolta organica di articoli usciti sulla Folha di Sao Paulo tra il 1993 e il 1994, ma non si tratta di pezzi dal taglio giornalistico come per V13 di Carrère o di stralci di costume come nello Spettatore addormentato flaianeo. Qui seguiamo un percorso di insegnamenti vissuto in prima persona da Paulo Coelho. Nel corso della lettura veniamo rapiti dai ragionamenti che entrano dentro, aiutano, leniscono le parti più aspre del vissuto quotidiano.
I testi, vista la provenienza, hanno una dimensione per certi versi ristretta (una o due pagine), però è proprio questa la lunghezza ideale: nello spazio di una facciata riesce a sollevare dubbi che non ci saremmo posti, sa cambiare punti di vista e modi di reagire alla realtà. Laddove c’è una certa crudezza, Coelho è in grado di rovesciare il nostro binocolo a piacimento. Guardando nel dettaglio o allargando la visuale, sentiamo di potere o dover cambiare il modo di agire.
Non è un volume da divorare, il binge reading potrebbe addirittura “rovinare” il piacere del libro. Senza entrare nello specifico delle vicende personali, possiamo persino aprire una storia a caso e sperare che ci parli. Spoiler: lo farà. A me, ad esempio, è successo con questa:
Dice il maestro: “Se devi piangere, piangi come fanno i bambini. […] Strepita, singhiozza, fatti sentire se ne hai voglia, perché è così che piangono i bambini. E loro sanno come rasserenare il proprio cuore. Hai mai fatto caso a come smettono di piangere i bambini? Qualcosa li distrae e attira la loro attenzione su una nuova avventura. I bambini smettono di piangere molto velocemente. Sarà così anche per te, ma solo se piangerai come un bambino.
Il linguaggio è semplice e diretto, perché per insegnare bisogna poter dialogare con chiunque. Non c’è il compiacimento del virtuosismo letterario, perché semplicemente non serve né allo scrittore né al lettore. È anzi questa la forma migliore che rende Maktub un libro adatto e quasi necessario a tutte le età, perché prima cominciamo ad aiutarci e meglio è.
Il percorso continua poi nel Manuale del guerriero di luce, sempre edito dalla Nave di Teseo.