La ragazza gazzella – Roberto Gessi : recensione

La ragazza gazzella è il romanzo d’esordio di Roberto Gessi, edito da La torre dei venti.

È un libro introspettivo su quella che è una fase di passaggio della vita. Sto parlando dell’ultimo anno di liceo, che raggiunge il suo apice negli esami di maturità. Un passaggio con una valenza quasi rituale, attraverso la quale ti ritrovi, forse per la prima volta, esemplare singolo invece che in branco.

Attenzione però: essere in branco non vuol dire non essere soli!

Il branco è un’entità in cui si ha necessità di essere inseriti per sopravvivere all’ambiente circostante.

Gli esemplari deboli, diversi, vengono dunque allontanati. Nel branco si deve essere omologati, tutti uguali.

E Tabita, la nostra protagonista, è ben inserita, è un esemplare forte.

Passando attraverso varie tribolazioni si è affinata, è preparata per approdare alle superiori con il massimo risultato, per non essere mai più un esemplare debole.

Ne La ragazza gazzella Novara diventa la savana, il cortile di una scuola la pozza dove si abbeverano gli animali, e una classe si trasforma in un branco di gazzelle.

Una mattina, però, una gazzella si sveglia e scopre che non ha per niente voglia di correre con il branco e lo lascia, lascia fidanzato e amiche del cuore, lascia tutto.

Ancora prima che l’ultimo anno cominci, Tabita sta già andando via, verso un futuro che non comprende il branco. È un futuro che appartiene solo a lei.

La ragazza gazzella di Roberto Gessi è uno di quei libri che consiglierei a chi sta vivendo la stessa età della protagonista. Non lo dico per sminuirlo, ma perché credo che possa dare ancora di più a chi in questo momento si trova a dover affrontare le stesse scelte.

Perché la vita è davvero così: sin dalla più tenera età siamo abituati a rapportarci con un organo chiamato classe, ad avere il suo sostegno o il suo odio; le amicizie, gli amori, tutto è favorito o sfavorito da un organo che tiene riuniti in un unico luogo tanti esemplari simili. E una volta fuori, una volta cominciata l’università o la carriera lavorativa, non sarà più così, si sarà necessariamente più soli, più singoli.

Comincia così per Tabita un percorso fatto di alti e bassi, di ricadute, di ripensamenti.

Un percorso in cui niente va come desideri, o quasi, a giorni alterni, mentre ti barcameni tra l’adolescente che sei e l’adulto che vuoi essere. Arrivando alla conclusione che invece di andare avanti torni indietro, non verso l’età adulta, ma rivivi le elementari. Ed è proprio così, Tabi, tutto si rivive, o almeno alcune emozioni.

Io ho qualche anno in più e, sebbene non sia arrivata ad alcuna illuminante conclusione, mi sento di poter dare un consiglio a questa diciottenne: non anticipare il momento e non provare nemmeno a rallentarlo, vivilo; il momento arriva e scivola, proprio come deve essere, proprio come non ci si aspetta che siano i traguardi e quello che deve essere sarà. Lasciamo sempre il branco prima o poi. Aggiungo solo che spesso la vita ha svolte che non prevediamo e quello che oggi sembra ci ingabbi, come un’amicizia che ci fa sentire stretti o una famiglia ingombrante, potremmo rimpiangerlo domani.

Il futuro è una grande incognita, alle volte per affrontarlo serve anche passare per il branco.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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