Io e l’asino mio – Valentina Crepax : recensione

Dicono che la solidarietà femminile sia un falso mito invece ci sono donne che, anche se non le conosci di persona, ti rimangono subito simpatiche. Ad esempio io non ho mai conosciuto Valentina Crepax ma sono abbastanza sicura che avrei voluto esserle amica.

Vi sorgerà spontaneo pensare “Valentina chi? Il personaggio dei fumetti di Guido Crepax? Quella che gira mezza nuda?”. Non proprio, c’era una Valentina Crepax prima che nel 1965 Guido la facesse apparire sulle pagine di Linus, ed era proprio sua nipote.

Valentina Crepax ha passato un bel pezzo della sua vita a rispondere che sì, si chiamava proprio come il personaggio che disegnava suo zio e che no, non era così disinibita. Ci voleva davvero molta autoironia, cosa che non le è mai mancata perché i suoi libri ne sono pieni zeppi.

Io e l’asino mio, storie dei Crepax raccontate da Valentina Crepax è il libro postumo dell’autrice che attraverso dei brevi aneddoti racconta la vita di questa famiglia molto milanese e radical chic.

Tagliente e sempre ironica, Valentina ci porta dentro la sua straordinaria famiglia tra casse di dischi, tavole di fumetti e strane abitudini. Le pagine del libro ci trasportano nella Milano da bere, quella delle canzoni di Ornella Vanoni… con un filo di trucco e un filo di tacco (almeno così pare dicesse la mamma della Vanoni).

Nei tanti brevi capitoli, a volte totalmente slegati tra loro, vaghiamo tra i ricordi famigliari dell’autrice. Capitolo dopo capitolo Valentina si distacca sempre più dalla sua omonima di carta per mostrarsi a tutto tondo: dalla sua passione per la cucina allo strano rapporto con la lavatrice che ha ereditato dalla madre, dal rapporto con la figlia e i nipoti a quello con il marito (unica nota tenera e un po’ malinconica di tutto il libro), Crepax sembra passare dalle due alle tre dimensioni. Lei era molto reale! 

La personalità dell’autrice traspare anche dal suo stile di scrittura conciso, tagliente e ironico; Valentina Crepax riusciva ad essere molto femminile e al contempo molto schietta. Anche in Gli uomini, istruzioni per l’uso e Tipi Metropolitani l’autrice aveva descritto in tanti piccoli profili i tipi umani che la circondavano nella Milano degli anni ‘80 e la cosa più bella è che risultano veritieri tutt’oggi.

Io e l’asino mio di Valentina Crepax mi ha ricordato molto Lessico famigliare per la centralità della parola, di quel lessico strambo che ogni famiglia ha; Valentina però è stata una signora un po’ meno compita di Natalia Ginzburg e ha usato toni più irriverenti. Se devo dirla tutta i Crepax mi sono stati subito simpatici perché non si prendevano seriamente e mi hanno fatto pensare alla mia famiglia.

Laura Perrotti

Nata quasi trent’anni fa, non ricordo un momento della mia vita in cui non ho avuto un libro sul comodino. Amo tutti quei romanzi che riescono a farmi andare lontano (ma non troppo) con la fantasia… sarà per questo che sono finita a voler occuparmi di cinema? Ho uno strano debole per i classici dell’Ottocento francese e del Novecento italiano ma non sono la tipica snob che tira dritto davanti alle nuove uscite.

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