Gianfranco Marziano è un autore davvero atipico: è libero fin dagli esordi, e le sue opere vivevano in giro per il web contro il dominio del mercato. Internet nasceva anche con questo scopo, ma i creatori hanno preso la palla al balzo e hanno monetizzato tutto ciò che potevano commercializzare. Marziano è rimasto puro, ma col tempo hanno saccheggiato il suo materiale. Il mio ragazzo è un genio, me l’ha detto lui nasce con l’intento di lasciare una traccia con copyright, un modo per attestare la paternità di certe battute.
Per questo motivo il libro sembra non avere un filo logico, i testi risultano letterariamente scollati tra loro. Eppure il leitmotiv viene dalle categorie umane descritte da Marziano, sono gli stessi protagonisti a scrivere e muoversi tra musicisti falliti, trentenni fuori corso e quarantenni che vivono ancora con mammà.
Tutti si arrangiano, ma non c’è più arte: tuttalpiù si tira a campare. La voglia di emergere c’è, ma nessuno vuole faticare per raggiungere solamente un livello poco più dignitoso di schiavitù. E i problemi ci sono ogni categoria, dai laureati ai delinquenti, come provano gli annunci nel libro:
Automobile con la scritta Guardia di finanza vendesi. Identica a una vera. Affarone!!!
Camorrista impartisce lezioni private di guida sportiva. No principianti.
Latino, greco, italiano, storia e geografia, collaboratrice domestica impartisce lezioni a prezzi convenienti. Non si accettano buoni pasto.
Gli attori delle storie di Gianfranco Marziano provengono dai ceti bassi e medio-bassi; qualcuno tenta di scavalcare gli impedimenti sociali e rimane in uno strano limbo, un immobilismo estenuante. I “suoi ignoranti” però hanno comunque la capacità di trovare profondità persino nelle scarse condizioni dell’ambiente circostante. Esplorano mondi culinari, scrivono soggetti televisivi, studiano storia, compongono haiku.
Il linguaggio alterna tra italiano colto, italiano incerto, dialetto ripulito e dialetto profondo, un plurilinguismo naturale e attento in tutte le sfumature. In più casi è evidente che Il mio ragazzo è un genio, me l’ha detto lui deriva dagli spettacoli dello scrittore salernitano. Ecco, questa è un’esperienza che consiglio. Marziano suona le canzoni del suo vastissimo repertorio in base a ciò che chiede il pubblico (se ne ha voglia), e tra i pezzi inserisce riflessioni e sketch, monologhi e fatti veri.
La naturalezza e la genuinità di Gianfranco Marziano è invidiabile e al contempo disarmante, ma vi conviene cercare su youtube ed esplorare per fatti vostri, tanto sono diverse le sue esibizioni.
Purtroppo l’autore ha perso ogni fiducia negli editori, come dice in diverse interviste, e adesso pubblica principalmente con Amazon. Lo stesso Il mio ragazzo è un genio, me l’ha detto lui è oggi disponibile con un nuovo titolo (Asciugamani per il pesce) e con parecchie aggiunte.

Le aggiunte sono soprattutto grafiche: su questo però mi schiero con gli editori, perché stampare le immagini è più dispendioso e bisogna calcolare bene i possibili guadagni. C’è una lunga parodia della settimana enigmistica, con grandi sbalzi di ignoranza, e un fotoromanzo con enormi picchi di volgarità. Può sembrare una critica, ma il fotoromanzo La pelle che sa di mare è il più realistico che abbia mai letto (ne ho letti pochi, a mia discolpa).
Un’unica avvertenza: Gianfranco bestemmia come un turco, o quantomeno così sono i turchi nell’immaginario collettivo. Mi correggo: Marziano jastemma come un salernitano. O almeno è questa l’idea che mi sono fatto pur non conoscendo il tasso di blasfemia della provincia campana. Quindi non è adatto a tutti, ma ciò non ne abbassa il valore; totalmente lontano dalla comfort zone della maggior parte dei lettori, è libro e contemporaneamente un test. Accettate la sfida?