Goro goro – Laura Imai Messina : recensione

In Goro goro di Laura Imai Messina il tempo si ferma, si dilata, va al contrario, accelera nelle grandi mani di Okaaonisan e di Otoonisan, se si ha la fortuna di essere bambini.

Se invece si è un po’ più grandi, Goro goro ha il grande pregio di riuscire a riportare il tempo in un preciso momento dell’infanzia; quello della favola della buona notte.

Per un adulto che si ritrova a leggere le pagine di Goro goro, sembra quasi una carezza, magari da regalare a quel famoso bambino interiore.

Ci si può concedere di viaggiare con la semplicità della fantasia, cullati dal fascino dell’ignoto. Dodici fiabe alla scoperta della lontanissima terra di Yamato, quando è ancora tutto in divenire, tutto è ancora possibile.

Quando il monte Fuji viene creato per la gioia di tristi poeti dalle mani di un grosso bambino di fango. Ma anche quando quegli stessi straordinari bambini potevano nascere da pesche cullate dal fiume e le stelle potevano essere pescate direttamente dal cielo.

Dodici storie per accompagnare i bambini nel periodo che precede il sonno, per fargli sognare ad occhi aperti il migliore dei modi possibili. Fiabe dedicate ad un tempo condiviso che andranno poi a costituire un meraviglioso ricordo nella vita dei lettori e dei giovani ascoltatori.

Sebbene sia dedicato ad un pubblico piuttosto giovane, resta un regalo assai gradito per tutti gli amanti delle tradizioni giapponesi o per chi si appresta a scoprirle.

Le dodici fiabe che compongono il corpo del volume sono tutte collegate tra di loro tramite una sapiente manipolazione di tempo e spazio, e grazie all’ausilio di vari personaggi che si ripresentano nelle varie storie.

Si crea così un piccolo mondo di Yamato, contenuto in uno più grande. Un mondo così ridotto che si può percorrere a piedi, in una notte o in molti giorni, e che gira e rigira ti riporta sempre al punto di partenza. Un mondo così minuscolo che ci pare di poterne conoscere tutti gli abitanti e tutte le loro storie.

È un mondo rassicurante dove l’utilizzo di numerose onomatopee rallegra la narrazione e cattura l’attenzione dei più piccini. Traendo molto dalla tradizione giapponese, molti nomi sono rimasti invariati, senza essere appesantiti da numerose spiegazioni. E questo, in un libro destinato ai bambini di tutti i paesi e non solo quello di Yamato, è sicuramente un pregio.

Senza però dimenticare un piccolo glossario finale che contiene tutte quelle parole che potrebbero incuriosire gli ascoltatori più attenti, o i lettori meno avvezzi.

Dovreste ormai saperlo, non è il primo libro per bambini che indirizzo anche ad un pubblico di adulti, l’ho già fatto con Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo perché credo che nelle parole che rivolgiamo ai bambini ci sia il potere della narrazione più pura, degli insegnanti più importanti, che non hanno bisogno di essere nascosti da abitudini e convenzioni.

Quando ci rivolgiamo ad un bambino lo facciamo con la delicatezza che agli adulti, e perché no, anche a noi stessi adulti, non riserviamo più.

Quindi perché non regalarci con Goro goro un momento di delicatezza tutto giapponese? In un mondo in cui tutto è ancora possibile e i sentimenti per cui vale la pena lottare portano ancora tutta la forza del loro nome.

Potremmo riscoprirci tutti grandi narratori di storie come il giovanissimo e bugiardissimo scrittore Uso-tsukino, che magari, senza saperlo, sta narrando anche la nostra.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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