Gender – Meg-John Barker e Jules Scheele

Gender, una storia per immagini di Meg-John Barker e Jules Scheele, edito da Fandango libri per la collana Documenti, è un saggio compatto dalle grandi capacità comunicative.

Mi lascio sempre sorprendere dalla saggistica. Mi piace poter riuscire ad imparare cose nuove su di me e sugli altri, scoprire punti di vista differenti su argomenti che davo per scontati, come già successo per La fine dell’amore.

Gender ci porta alla scoperta del genere, non pretende di spiegarcelo. Come anche io, qui ed ora, non pretendo di recensire questo libro dal mio punto di vista ristretto di donna etero cis.

Che cos’è il genere? Il genere è complicato, quindi la gentilezza è fondamentale, è importante per tutt3, è internazionale, è plurale, è personale e politico, è fluido e non binario, è biopsicosociale. Può essere doloroso, limitante. È diversità.

Sandra Bem propone di far fiorire migliaia di categorie di sesso/genere/desiderio in qualsiasi forma fluida e permeabile possibile.

Fluidità, è la parola che nelle lettura mi ha più colpito. Fluidità perché l’essere umano è fluido, mutevole, sfaccettato. Ma anche sottoposto a mutamenti, costretto in forme, che spesso dipendono dall’esterno.

Prima di fluidità, per descrivere le persone, mi piaceva dire che erano sfaccettate, come i diamanti; e proprio come i diamanti, sotto pressione. Fluidità ne rende la libertà, fluidità è qualcosa che scorre e che cambia.

Gender è un mattone di informazioni nascoste in un innocuo libricino di centosettanta pagine che si rivelano dense ed interessanti. Svela un discorso complesso nascosto dietro a quello del genere. Lì dove complessità è un’altra parola che leggerei a doppio filo in un discorso sull’essere umano.

Il genere è complesso perché lo sono le persone, perché dipende dalla singolarità, ma anche dall’esterno. È la somma di quello che ci accade.

All’interno del volume niente viene tralasciato. Il discorso parte dagli albori della civiltà, dalla separazione primitiva, o così ci hanno fatto credere, tra uomini cacciatori e donne raccoglitrici. Affrontando poi il discorso del patriarcato, dei privilegi, prima degli uomini, ovviamente bianchi-borghesi, poi le donne, il femminismo, ma anche l’uomo, la mascolinità che cambia e si rompe e si ricompone e tenta sempre di proteggere i suoi vecchi schemi.

Ma anche i privilegi delle donne magre bianche, rispetto alle donne grasse bianche e rispetto ad un femminismo che alle volte non è inclusivo verso le donne nere.

Gli effetti della colonizzazione del #metoo, delle differenti ondate del femminismo.

E poi ancora di transessualità, di non binarismo, riuscendo a tendere un filo rosso ben preciso, a mostrare la concatenazione di questo lungo discorso, gli eventi ed i loro effetti.

Vedete da voi che rispondere alla domanda: che cos’è il genere? non è più cosi semplice come poteva apparire all’inizio, e soprattutto non coinvolge soltanto il genere inteso come genere sessuale.

Siccome Gender è una storia per immagini, quella che più mi è rimasta impressa è quella che riporta la scritta uomo, donna, umano.

Perché? Perché è l’impronta narrativa stessa del libro, tra le tante categorizzazioni, uomo, donna, trans, gay, lesbica, bianco, nero, che ci vogliono divisi, ciò che resta siamo noi, siamo umani, e se sostanzialmente imparassimo a farci un po’ di fatti nostri, non con menefreghismo, ma con comprensione e sostegno, forse riusciremmo ad essere tutti più vicini.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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