Dentro la nostra cameretta siamo tutti politicamente scorretti, non prendiamoci in giro; quando usciamo dalla porta che ci collega al resto del mondo, indossiamo il nostro miglior sorriso di apparenza e una evidente sensibilizzazione verso l’universo conosciuto. Siamo preparati su ciò che avviene nell’attualità, empatizziamo con determinate cause, talvolta qualche donazione, pronti ad avere la giusta opinione adatta alla situazione. E poi, quando torniamo nella nostra stanza, possiamo tornare ad essere sinceri, spontanei e squisitamente scorretti.
La Fun girl di Elizabeth Pich vive il mondo a episodi come se tutto sia all’interno della cameretta: rutta, si masturba, dice quello che pensa, si ubriaca senza mai curarsi del giudizio della gente e così via. Una donna di probabilmente 30 anni che è rimasta spontanea come gli adolescenti.
Durante la lettura ti sganasci dalle risate per le battute di cattivo gusto, la sua sessualità disinibita, i bagordi, intromissioni nei momenti più sbagliati, come quando entra nella stanza della sua coinquilina/migliore amica/ex fidanzata mentre fa sesso con il suo nuovo compagno per chiedere di smacchiarle il pantalone… Poveri Backie e Peter!
Quando ho ricevuto questo fumetto per il mio compleanno da Oriana ho pensato “wow ma questa sono io!”.

Le prime e ultime righe tirano in ballo politicamente scorretto, umorismo, disprezzo verso l’ipocrisia; la protagonista che surfa sopra una bara fa subito pensare che c’è un velato riferimento alla persona. Su Bookrider vi ho parlato del mio interesse per le imprese funebri e la morte in generale.
Diciamo che non mi sento molto rappresentata dalla sessualità disinibita visto che non mi interessa indossare degli strap-on (sono abbastanza etero-cis-faccina con la gocciolina che sorride) e sono monogama.
Visivamente i personaggi sono graficamente semplici con colori stile Peanuts, tette al vento, cadaveri in barattolo e cunnilingus a parte.
La protagonista di Fun girl è l’amica che abbiamo tutti (più o meno). O forse, se non l’avete, vuol dire che molto probabilmente quella persona siete voi: quella che vi fa ridere dalle risate ma a volte snervare e imbarazzare in pubblico. La spontaneità ci piace perché ci fa sembrare veri ma talvolta rende tutto molto scomodo. È anche per quello che crescendo smettiamo di esserlo, dipende anche dal backgorund culturale e il retaggio familiare.
Io consiglio sempre profilo basso con la famiglia, così i genitori sono sereni e nel frattempo hai la tua vita e la giusta dose di privacy. Mia madre ha sempre ribadito “madre e figlia non possono essere amiche, ci sono netti confini che devono rimanere tali” e molto altro che non serve citare visto che mia madre sa essere molto forte. In ogni caso, partendo dai genitori e poi con il resto del mondo, arrivi all’epifania che ti fa intuire che sia arrivato il momento giusto di seguire il mood “anche meno” e porsi in maniera più artefatta. La protagonista del graphic novel se ne infischia del giudizio del resto del mondo, perché ci sono già le nostre fisime mentali con cui confrontarsi. E bastano.
Nonostante l’umorismo come unica norma da seguire approfittando di ogni singolo pretesto per strappare anche una risata amara al proprio pubblico (qui la quarta parete non viene oltrepassata), la protagonista prova, a modo suo, a responsabilizzarsi trovando anche un impiego. Ask a mortician ci aveva spiegato per bene di come la sua sia una professione molto meticolosa, e la cura dei singoli passaggi è importante. Quale modo migliore per non parlarne alla giornata delle carriere a scuola? Peccato non si organizzino simili attività nelle scuole italiane. Secondo me ci sarebbero molte professioni rivalutate.

Chi potrebbe rimanere serio mentre punta a impostare la lezione in maniera laboratoriale per presentare bene le diverse fasi da seguire nel processo di preparazione della sepoltura? Una didattica inclusiva, alcuna lezione frontale, interazione tra pari. Una lezione promossa a pieni voti!
Inquietante e strabiliante. Proprio per questo Fun girl farà parte di quelle letture disturbanti e per i nostalgici che vorrebbero straripare fuori dagli schemi, ma anche al di fuori della propria cameretta.