Febbre è la storia autobiografica di Jonathan Bazzi, un’opera che sin da subito è riuscita a suscitare interesse; lo dimostrano i riconoscimenti ricevuti e quelli per i quali è in lizza, finalista al Premio Strega e semifinalista al premio John Fante Opera Prima.
Il racconto si sviluppa su due linee narrative una simultanea e una retrospettiva, alternando i capitoli. In quelli che ci raccontano il presente troviamo un Jonathan adulto che scopre e gestisce la diagnosi di contagio da HIV mentre nei capitoli flashback impariamo a conoscerlo. C’è tutto Jonathan, il neonato, il bambino, l’adolescente. È uno scoprire il protagonista partendo della sue origini, attraverso gli stati della vita per capire chi effettivamente è Jonathan.
Comprendere e comprendersi è certo uno dei punti chiave della narrazione, è un viaggio che tutti conosciamo e lo riviviamo insieme all’autore.
Si annullano le etichette con le quali gestiamo il mondo e le persone.
Il viaggio è dunque nell’interiorità, negli amori, negli affetti, nella confusione. Sentimenti che ci appartengono e capiamo.
Bazzi ci riporta al piacere della lettura che accomuna, e proprio perché autobiografica avvicina. Ci rendiamo conto di quanto spesso pensiamo che l’altro sia diverso da noi: è malato, è sano, è gay, è etero, è provinciale.
Il silenzio, i pregiudizi e le etichette ci allontanano dall’altro, ci fanno sentire soli. Attraverso la sua vita Jonathan ci mostra come guardando oltre le differenze potremmo semplicemente incontrare l’altro e restare sorpresi delle nostre somiglianze.
Con la sua scrittura chiara e priva di fronzoli, i capitoli scorrono quasi come immagini sotto i nostri occhi.
La periferia e la povertà sono raccontate senza sconti, le cose tristi, imperfette succedono, e noi qui non abbiamo dunque modo per voltarci da un’altra parte o cambiare strada.
È un racconto di vita, di resistenza, fatto di tante cadute e d’altra parte altrettante rinascite. Jonathan non è il protagonista perfetto di un romanzo ma è la sua imperfezione a farcelo sentire vicino.
Febbre di Jonathan Bazzi ci appartiene, appartiene ad ogni lettore indipendentemente da uomo, donna, malato, sano, etero e gay.
Questo libro rompe il silenzio sull’HIV, con grande coraggio e condivisione. Non è una colpa contrarlo, scoprire la sieropositività di una persona non dovrebbe indurci a giudicare un po’ troppo liberamente la sua vita sessuale.
L’autore va oltre la scoperta della malattia, va oltre le sofferenze passate; è un insegnamento sulle possibilità.
Quelle che ci diamo noi stessi, ogni giorno.