Entangled – Fulvio Nebbia, Cleo Bissong : recensione

Tendo a escludere la letteratura che vuole sensibilizzare verso i temi ambientali, sociali o cose simili, ma Entangled è qualcosa di più. Mentre di solito si rasenta la saggistica, questo volume è un fumetto distopico. Parliamoci chiaro: il modo migliore per parlare e criticare il presente è proprio proiettarsi nel tempo e mostrare (show, don’t tell direbbero i partecipanti ai corsi di scrittura creativa).

La crisi climatica, da come possiamo vedere ogni giorno, non sarà un fenomeno passeggero. Anzi, sembra evidente che peggiorerà. Purtroppo, quando orde di studiosi ci avvertivano delle nefaste conseguenze dei nostri comportamenti, ignoravamo bellamente quelle parole (e quei grafici, proiezioni, studi, …). Oggi, complice il cambio di narrazione, iniziamo a timidamente a fare qualcosa, ma con una lentezza che farebbe invidia a un bradipo al primo risveglio. I film degli anni ’80 ci avevano già insegnato che le parole degli uomini in camice bianco non vengono ascoltate dal grande pubblico perché il confine con la fantascienza diverrebbe troppo labile.

La fantascienza però, nell’arte, può far arrivare messaggi a quante più persone possibile, ed è anche per questo che tengo a Entangled, prima pubblicazione cartacea di Slow News con sceneggiatura di Fulvio Nebbia su disegni di Cleo Bissong.

Slow News è una realtà particolare dove esiste un tipo di giornalismo a cui non siamo abituati: è sostenibile per ritmi e modalità, e sul loro sito c’è un decalogo che vale come loro manifesto. Uno dei punti, nella sua semplicità, mi ha convinto a sposare la causa: “Velocità, Qualità e Economicità sono un trilemma, non sono mai vere tutte e tre”.

Il sostentamento non viene dalla pubblicità, quindi possiamo avere la sicurezza di un giornalismo che lavora davvero con i propri contenuti e non con i click. Sul loro sito trovate tutti i progetti, dal documentario al podcast fino ai corsi e il loro festival.

Torniamo però alla graphic novel.

Siamo nel 2043, e la realtà è diventata una estremizzazione di ciò che viviamo oggi. La protagonista Susy è una giovane ragazza che perde la madre durante uno scontro con le forze dell’ordine. Una mamma dedita alla scienza, capace di inventare un computer ben diverso dai soliti terminali: R@lp# (questo è il suo nome) è un pc capace di ragionamenti e dialoghi quasi umani. A dirla tutta, conosco un paio di insegnanti molto più simili a macchine elettroniche che al computer di cui stiamo parlando. R@lp# è collegato a sorta di macchina del tempo per la parte eterea delle persone: il corpo rimane immobile, mentre la coscienza può proiettarsi nel passato e comunicare dall’interno delle menti altrui. Susy conosce così la propria madre e i suoi amici durante la loro adolescenza.

Susy è una crononauta inesperta, infatti da subito svela parti di futuro al gruppo di cui è ospite. Il fumetto, però, non ha bisogno di concentrarsi su scene alla Ritorno al futuro, niente sequenze stile “Ehi, tu, porco, levale le mani di dosso” e simili.

Qui affrontiamo una fuga dal futuro, perché col tempo è diventato sempre più insostenibile, da ogni punto di vista. A degradarsi non è stato solo l’ambiente, ma anche l’uomo.

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Intanto, il 2025 mi sa che l’abbiamo già vissuto.

I disegni sono estremamente interessanti, con interpolazioni sempre attente e funzionali. Leggiamo commenti sul web, messaggi sul cellulare, dialoghi col pc e tanto altro che ci fa immaginare un futuro molto più plausibile di altre versioni viste al cinema o lette nei romanzi. Entangled è il modo ideale per sensibilizzarci, perché tutto sembra fottutamente plausibile.

Aniello Di Maio

Aniello di Maio è nato l’ultima volta a Castellammare di Stabia (NA), ma si definisce pescarese per evitare lo spirito di competizione. Allevato da un diplomatico presso l’ambasciata spagnola, ha acquistato un veloce eloquio, così veloce che è meglio leggerlo che ascoltarlo. Ha amato così tanto studiare Lettere moderne che ha trascorso almeno il doppio degli anni fuori corso, un po’per l’ansia dilagante, un po’perché non riesce ad essere serio a lungo. Neanche in quattro righe di biografia.

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