ELP – Antonio Manzini : recensione

E la chiamano estate questa estate senza te” e invece no, dopo Le ossa parlano, Rocco Schiavone torna a tenerci compagnia, sotto l’ombrellone, anche quest’anno, con ELP.

A dieci anni da Pista Nera, Manzini, con ELP, segna il ritorno di uno straordinario Rocco Schiavone. L’ispettore, ehm, no, il vicequestore, come non lo vedevamo da un po’, con tutto il peso di questi dieci anni insieme, ma con una rinnovata grinta che non lascerà scampo all’assassino o agli assassini di turno, nonostante i numerosi depistaggi.

Rocco con il suo fiuto infallibile segue la pista come un bracco senza lasciarsi sviare dai numerosi ostacoli e risvolti di un’indagine delicata e complessa.

L’ELP, l’Esercito di Liberazione del Pianeta, è un movimento ecologista che punta alla salvaguardia del pianeta, contro lo sfruttamento di esso tramite agricoltura ed allevamento intensivo, disboscamento, inquinamento e smaltimenti illeciti di materiali inquinanti da parte delle industrie.

Il loro simbolo è un cerchio dove al cui interno troviamo quattro bande verticali.

L’esercito della liberazione si diffonde a macchia d’olio in tutta Italia, con dimostrazioni, manifestazioni e atti di protesta, come la liberazione di numerosi animali da allevamenti lager. I manifestanti raccolgono subito un sacco di consensi, tra i giovani e anche tra i meno giovani.

Anche Rocco ne scorge le prime avvisaglie ad Aosta, e tutta quell’energia giovanile, convogliata in una battaglia giusta e comune, gli fa strizzare l’occhio al movimento, mentre con sentimentalismo ripensa al passato, al fatto che se lui e Marina avessero avuto un bambino, a quest’ora anche lui avrebbe potuto prendere parte alle numerose manifestazioni pacifiste del movimento.

Le cose si complicano, ancora una volta, per Rocco, quando ad Aosta gli atti del movimento cominciano a diventare violenti e rasentano il terrorismo, con tanto di morti annessi.

La cosa più bella di Rocco è il suo trovarsi sempre a dover lottare contro le sue due nature, quella sovversiva, cresciuta a Trastevere tra i margini dell’illegalità e il suo lavoro in questura, da uomo di legge.

Se da un lato appoggia il movimento, dall’altro non può certo permettere che un omicidio resti impunito.

La trama di ELP è piacevolmente complessa ed ingarbugliata, numerosi elementi si intrecciano, si legano e si slegano per depistarci; assistiamo alla creazione di un grosso puzzle e procediamo a tentoni provando ad incastrare i pezzi per i bordi, mentre aspettiamo che si incastrino.

Una narrazione avvincente, dove vecchie e nuove amicizie stiracchiano il cuore del vicequestore, facendo somigliare Aosta sempre più a casa, seppure in maniera inconscia per Rocco, che continua ad odiarne il clima e le montagne.

In dieci anni di vita però la questura di Aosta non è rimasta immobile come un ghiacciaio perenne e così anche il cuore di Schiavone, insieme al nostro.

Da troppo tempo ne seguiamo le vicende, com’è possibile per il lettore non affezionarsi?

Persino di Italo sentiamo la mancanza!

Balsamo per il cuore, in questo libro, Domenico D’Intino, l’agente abruzzese, e no, non perché vivo a Pescara, dato che spesso l’Abruzzo, che sarà anche forte e gentile, non manca di ricordarti che sotto sotto tu abruzzese non lo sei, e ti mostra solo il lato forte.

In ogni caso, in ELP non si può non simpatizzare per il povere Mimmo, che, finalmente, come successo agli altri nei libri precedenti, sta per realizzare il suo sogno d’amore con la sua Pupa e che invece… no dai, non voglio svelarvi nulla!

Sappiate solo che ci sono dei momenti altissimi, e se non avete mai sentito nessuno parlare in abruzzese mi dispiace per voi, perché perderete un po’ della bellezza dei dialoghi.

Ritroveremo anche Caterina Rispoli, e chissà se porterà scompiglio nel cuore di Schiavone che nel frattempo si sta addolcendo per la bella Sandra.

Con questo volume Manzini compie un vero e proprio colpo da maestro, dando nuova linfa ad una storia che molti ritenevano avviarsi alla conclusione e invece, chissà cosa succederà!

Non ci resta che rimetterci nuovamente ad aspettare la prossima avventura di Rocco, il prossimo caso, nella ormai nostra Aosta, anche per me che non ci ho mai messo piede; e sperare, come la stessa Marina, che il cuore del vicequestore finalmente ceda al surriscaldamento globale e finalmente si sciolga del ghiaccio perenne in cui lo tiene avvolto.

Nel frattempo ci consoliamo con l’ ELP, moderni e coscienziosi ecologisti o nuova minaccia terroristica italiana?

Non vi resta che leggere!

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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