E siccome lei – Eleonora Marangoni : recensione

Con E siccome lei Eleonora Marangoni ci regala un piccolo compendio romanzato sulle tante donne interpretate da Monica Vitti edito da Feltrinelli.

La mia generazione è cresciuta a pane e TV. Tra gli episodi di Sailor Moon e Heidi siamo entrati a conoscenza dei vecchi film un po’ per caso.

Probabilmente non avrei conosciuto la filmografia di Sordi o Totò prima dell’università, se non avessi scovato i loro film nei noiosi pomeriggi d’infanzia. All’autrice è successa la stessa cosa con Monica Vitti. Le capitò di vedere in TV Amore mio aiutami, Teresa la ladra, Polvere di stelle e così via…

Da questo colpo di fortuna ha preso ispirazione per questa raccolta di racconti ispirati ai personaggi interpretati da una delle attrici più poliedriche del cinema italiano.

Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, ha avuto una carriera artistica che definirei abbastanza singolare per il periodo in cui ha recitato.

Raggiunge la fama come musa e donna del regista emblema del cinema drammatico italiano, Michelangelo Antonioni. Dopo diverso tempo, scopre quasi all’improvviso di essere anche una grande attrice comica.

«Scoprire di far ridere è come scoprire di essere la figlia del re»

Non era più solo Claudia di L’avventura, o Valentina di La notte, poteva essere Dea Dani affianco a Alberto Sordi e non sentirsi da meno – volendo fare un raffronto azzardato con il cinema di oggi è come se Alba Rohrwacher girasse un film con Checco Zalone.

In E siccome lei, ordinate in ordine alfabetico, troviamo Adelaide, l’indecisa fioraia protagonista di Il dramma della gelosia, a poche pagine da Assunta, la ragazza con la pistola, che cerca vendetta per le strade dell’Inghilterra, fino all’incarnazione di Modesty Blaise, personaggio dell’omonimo fumetto disegnato da Peter O’Donnell o alla Tosca ripensata da Luigi Magni.

Per tante sfumature di Vitti urgono altrettanti stili di narrazione ed è proprio questo uno dei pregi più grandi di E siccome lei: Eleonora Marangoni adatta ad ogni donna un tipo di narrazione breve. Che sia un monologo interiore, un breve  ritratto, una pagina di diario, note sparse; questa raccolta muta forma e tono come nei tanti cambi di costume di un’attrice. Spesso si coglie lo spirito del film altre volte meno.

Ad esempio Crisantemi, il racconto ispirato alla protagonista di Il dramma della gelosia di Ettore Scola, sembra uno dei tanti soliloqui della povera fioraia che non sa se amare Oreste (Marcello Mastroianni) o Nello (Giancarlo Giannini) e finisce per impazzire.

«Se c’è qualcuno a cui io, Adelaide Ciafrocchi, devo dire grazie, sono i miei crisantemi. Non ci fossero stati loro, magari sarei finita come quella poveretta di mia sorella. Per questo io quelli che li chiamano “fiori da morto” proprio non li sopporto. Per me i crisantemi sono stati la vita. Ci ho pagato le l’affitto, ci ho tirato avanti e ci ho fatto contenta la gente. Oddio, contenta magari no, ma meno triste, o un pochino più a posto con la coscienza.»

Se ho adorato l’ipotetico sfogo di Adelaide, non mi ha molto convinta il monologo interiore di Valentina di La notte; sarà che per me, per quanto sia secondario rispetto alla coppia protagonista, è uno dei personaggi più affascinanti e puri della filmografia di Antonioni. Il racconto – una serie di appunti scritti ipoteticamente dalla ragazza – è fin troppo metafisico e sfumato e Valentina rimane davvero un’ombra.

E siccome lei di Eleonora Marangoni è una raccolta che affascina sia gli appassionati del cinema italiano sia chi vuole piccole ma affascinanti suggestioni letterarie.

Laura Perrotti

Nata quasi trent’anni fa, non ricordo un momento della mia vita in cui non ho avuto un libro sul comodino. Amo tutti quei romanzi che riescono a farmi andare lontano (ma non troppo) con la fantasia… sarà per questo che sono finita a voler occuparmi di cinema? Ho uno strano debole per i classici dell’Ottocento francese e del Novecento italiano ma non sono la tipica snob che tira dritto davanti alle nuove uscite.

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