A volte ritornano, e in questo caso in maniera sfavillante.

Il progetto Hicks (speciale n.36) ha riportato noi lettori dylaniati a compiere un viaggio per Inverary. Non è la prima volta che decidiamo di parlarvi dell’indagatore dell’incubo, soprattutto durante il mese di ottobre. Due anni fa ci ha tenuti compagnia uno dei mostri più belli della testata, Mana Cerace. In questo caso lo sceneggiatore Bilotta dà il via ad un processo di transizione per Dylan Dog. Da un suo post, Roberto Recchioni rassicura i lettori dicendo che negli ultimi dieci anni sono stati fatti molti cambiamenti e sperimentazioni per il nostro amato old boy, e che questo sarà l’inizio di un ritorno verso le origini, ad un Dylan Dog più vicino al suo passato. QUI potete trovare anche il suo post Instagram.
Quale modo per tornare al passato se non riprendere uno dei cicli più belli della testata? Il ciclo del Crepuscolo, of course.
Ho letto Il progetto Hicks due volte prima di iniziare a scrivere (non sono una massima esperta, ma solo una grandissima amante che ha apprezzato e amato tantissimo questa serie per tutta l’adolescenza); dopo la prima lettura sono andata a recuperare alcuni numeri vecchi per riuscire ad apprezzare meglio e capire anche se mi fosse o meno piaciuto questo numero speciale di 160 pagine.
Lo sceneggiatore ci mostra le origini dei due fratellastri Hicks, di come si sono conosciuti e del loro passato. Dettagli che avevamo carpito in parte leggendo altre storie come ne Il tunnel dell’orrore (n.22) dove Esau Hicks racconta di essere stato lui il primo al centro di un esperimento di clonazione, essendo la copia di uno scienziato nazista morto suicida in Germania nel 1941. Il clone è stato poi adottato dalla famiglia ebrea Hicks. L’idea scientifica sui cui si fonda questo episodio è che il processo di clonazione consente anche di conservare i ricordi e la personalità. Nello speciale 36 lo rivediamo anche grazie ad un dialogo tra il clone bambino e l’istitutrice dell’orfanotrofio che segue le indicazioni che le sono state lasciate.
In realtà lo abbiamo incontrato per la prima volta in Fra la vita e la morte (n.14),dove sta perseguendo il suo folle progetto di dare vita ad una creatura superiore, un nuovo Dio, con l’aiuto dell’anestesista Volker, in modo da tenere lontani i sospetti.
Nel suo delirio di onnipotenza, il dottor Volker, socio del secondo Hicks, spiega a Dylan cos’è quella creatura a cui lui ha dato vita, stile Frankenstein con più delirio di onnipotenza del dottor Victor.
Nonostante si siano scoperti i piani di Volker, il secondo Hicks continua nella penombra a continuare il suo progetto.
Vi ho parlato di due professori in realtà: Jacob Hicks – il fratello maggiore che vive a Inverary con la sua famiglia e che dimostra al minore le sue doti di ipnosi utilizzando come cavia Mabel Carpenter – lo abbiamo conosciuto con La zona del crepuscolo (numero 7).
«La zona del crepuscolo è… un confine… è un attimo dilatato all’infinito… è il momento in un cui la vita non è ancora morte e la morte è ancora vita… È l’istante del passaggio da questo a un altro mondo…».[1]
Jacob Hicks cominciò i suoi esperimenti quando scoprì il laboratorio alchemico di un certo Vergerus, un altro nome usato da Xabaras. Grazie a questi studi, il professor Hicks ha potuto sviluppare un siero che rigenera le carni e ne impedisce la putrefazione. Oltre questo, utilizza anche la pratica del mesmerismo (tecnica dove bisogna ipnotizzare una persona in punto di morte per poi risvegliarla quando è deceduta, in modo di portarla in uno stato di pre-morte), che spiega riprendendo la famosa Testimonianza sul caso del signor Valdemar di Edgar Allan Poe.
Ormai la città di Inverary si è separata dal resto del mondo e tutti i cittadini si sono fatti mesmerizzare a mano a mano dal dottore. E Dylan Dog come arriva in questa città? Il professor Hicks spiega che probabilmente Mabel non è ancora del tutto consapevole della sua situazione, per quello ha chiamato in suo aiuto l’indagatore dell’occulto.
Il nostro eroe se ne va con amarezza dalla città di Inverary, sapendo che non riuscirà a dimenticare questa storia.
Entrare nella Twilight Zone, passando per le mani del dottor Hicks, porta alla perdita della propria esistenza umana e l’immersione in una falsa autenticità quotidiana. E chissà se questo ritorno ad un vecchio Dylan non possa essere considerato, a sua volta, un’uscita da una parentesi di dieci anni per tornare in una dimensione reale, più affine a quello che identifica meglio la testata.
Con Ritorno al Crepuscolo (numero 57) Dylan Dog si accorge che in realtà qualcosa sta cambiando. Le persone iniziano a consumarsi e diventare cenere.
La stasi della non morte sta raggiungendo la sua conclusione. Il tentativo di salvare Opal, la figlia di Esau Hicks, può considerarsi solamente un ritardare una fine inevitabile. I due fratelli sono legati perché entrambi desiderosi di poter controllare il tempo battendo la partita con la morte. Questo volume, insieme a Gli eredi del crepuscolo (n.238), solleva maggiori dubbi: Dylan Dog è stato davvero mesmerizzato?
Questo ci riporta alle prime tavole del Il progetto Hicks, dove vediamo l’indagatore che insegue e combatte contro l’Hicks nazista. Il che potrebbe condurre già ad una prima risposta. Come il massacro al Luna Park che rimanda nuovamente al numero 22, per creare un ulteriore collegamento e poi l’arrivo di un nuovo clone di Opal, che qui ha sembianze diverse rispetto al numero 57; lì, quando è stata mesmerizzata da Jacob, ha le sembianze di Morgana, la madre di Dylan Dog.
La figlia di Hicks riconosce la pericolosità dei piani di suo padre e decide di provare a fermarlo insieme all’aiuto dell’indagatore dell’occulto. È consapevole che i cloni sono portati a ripercorrere gli stessi atteggiamenti e comportamenti dell’individuo da cui sono originati. Naturalmente il professore sceglie criminali e assassini per compiere il suo processo di clonazione di massa. Viene fermato persino un attentato organizzato da uno dei cloni e, inseguito, Dylan riceve un indirizzo da una telefonata anonima, dove probabilmente si trova il nuovo laboratorio di clonazione. Qui verrà ipnotizzato per creare una sorta di delirio ma, aggrappandosi ad un ricordo di un evento reale, sfugge dal delirio quasi infernale.
Quindi Dylan è stato mesmerizzato? Nel senso che possono subire l’ipnosi solo quelli che l’hanno subita? Sarà un clone di Esau?
Ha un altro incontro con i fratelli Hicks, questa volta è presente anche Opal. Entrambi riescono a salvarsi perché si rendono conto di essere stati nuovamente incantati.
Il numero si conclude con Esau Hicks e il suo assistente (entrambi cloni, naturalmente, ma non l’anestesista Volker del numero 22) e decidono di rimettere insieme il General hospital per riprendere il loro piano. Una sorta di to be continued del numero 22.
Ho immaginato teorie, come se questi dieci anni possano essere stati una sorta di zona del crepuscolo da cui Dylan sta uscendo e in cui eliminare tutti i possibili cloni dell’indagatore per tornare all’universo anni Ottanta. O, semplicemente, questi mondi ci sono sempre stati; che si voglia fare un reset stile Marvel (anche se Xavier è l’unico che non tornerà mai)?
Dal 2014 ho ripreso a seguire la testata in maniera altalenante, con piccole riprese come per il Ciclo della meteora. Credo di aver letto solo un numero della serie parallela Old boy, per i nostalgici, perché mi sembrava a sua volta lontana dalle grandi storie celebri. Nonostante i primi cento numeri siano considerati i più belli, bisogna considerare che erano anni di sperimentazioni e cambiamenti. Nella zona del crepuscolo non c’era ancora il quinto senso e mezzo, ma un semplice sesto senso. A Tiziano Sclavi piace la circolarità del tempo, come nel suo romanzo Film, e quindi torneremo a un futuro passato e sarà certamente bello come questo presente.
Sicuramente acquisteremo i prossimi numeri per seguire questo processo di transizione, siamo troppo curiosi.
[1]Dylan Dog, La zona del crepuscolo, pag. 56