Dylan Dog e Batman, sulle prime, potrebbero sembrare così lontani da lasciarci quantomeno stupiti, al colpo d’occhio in edicola. I parallelismi però sono parecchi, anche fuor di storie.
Il 1986 è un anno cruciale per entrambi. Il 20 marzo esce il primo numero di Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Frank Miller scrive una delle sue storie migliori e soprattutto cambia la storia del fumetto: da qui in poi possiamo distinguere con maggior facilità gli ignoranti – solitamente tacciano i volumi coi supereroi come letteratura frivola, leggera e di mero intrattenimento.
Il 26 settembre dello stesso anno troviamo in edicola l’esordio di Dylan Dog, L’alba dei morti viventi, che introduce personaggi e schema di base della testata. La storia è iconica e tanto citata. Anche il numero zero della collaborazione tra l’indagatore dell’incubo e l’uomo pipistrello (che tra l’altro esordì su Detective comics) rimanda alle origini. C’è la prima apparizione del Joker, il più grande cattivo di Batman dopo Joel Schumacher, e dal lato italiano c’è il remake del primo albo di Dylan, a opera di Roberto Recchioni. È una ristampa della serie da edicola I colori della paura, dove a narrare nuovamente la storia c’è la custodia del clarinetto.
Da un lato c’è Joker, dall’altro Xabaras. Anagramma di Abraxas, inteso come uno dei nomi del diavolo e non per l’omonimo superlativo album di Santana, il villain creato da Tiziano Sclavi è in grado di riportare in vita i morti, da cui la trama del primo albo. Negli anni abbiamo scoperto molto su di lui, addirittura che è il padre di Dylan Dog. Sempre in questo numero zero veniamo a sapere che è anche uno dei dottori di Joker. A ben vedere, i laureati in medicina per Sclavi hanno sempre brutti giri.
Tutto questo accadeva nel 2019, quando eravamo ignari del futuro incerto. Solo nel 2023 è stato possibile leggere i tre volumi successivi con testi di Roberto Recchioni, disegni di Werther Dell’Edera e chine di Gigi Cavenago.
Due tipi di pubblico da accontentare, entrambi esigenti. C’è da aggiungere che ci sono passaggi obbligati, come le strizzatine d’occhio tanto care a J.J. Abrams (Leo Ortolani insegna) o gli stilemi fondamentali delle due testate. Sono del parere opposto alla recensione di Mangaforever – del resto abbiamo gusti diametralmente opposti, come si può evincere dal loro stesso dominio – e infatti mi è piaciuto proprio il crescendo della storia.
Il primo volume è introduttivo, con tanti personaggi da presentare, e troviamo la capacità di renderli complementari tra i due mondi: Catwoman, ad esempio, a pagina 15 è già nel letto di Dylan. In questo numero vediamo il frutto della collaborazione tra Joker e Xabaras: zombie allegri, ma soprattutto veloci. L’obiettivo dei due villain è riportare sulla Terra l’anima di Christopher Killex, uno dei cattivi più noti di Dylan Dog, che da piccolo era nei miei incubi perché ero convinto mi stesse fissando dalla copertina in edicola.
È su questo che si focalizza Recchioni nel secondo numero, infatti l’indagatore dell’incubo dovrà farsi aiutare da John Constantine per andare nell’aldilà. È ovviamente una versione diversa da quella che nella testata Bonelli sconvolge per l’assurda burocrazia, anche se meglio organizzata rispetto all’aldiqua.
Quando ho riletto tutti i volumi di Dylan Dog, parecchi anni fa, ci sono rimasto male per i due albi con Killex: prima o poi parlerò di quei fastidiosi buchi di trama. Eppure tutti ricordano Killex perché è un personaggio estremamente interessante e scritto bene che diventa impossibile non averne ancora voglia.
Con il terzo e ultimo albo leggiamo una degna conclusione per Killex, ed è un vero peccato che non ci sia più Roberto Recchioni a capo della serie di Dylan Dog. Lui ha portato a livelli così importanti il personaggio di Sclavi, ma l’avvento della pandemia ha fatto tagliare tutte quelle spese che si stavano alzando (oh, io ho iniziato quando i bonellidi costavano meno di due euro!). Non so cosa accadrà in futuro, ma spero comunque che prima o poi si incontrino nuovamente gli universi narrativi di Batman e Dylan Dog. Anche perché Killer Croc non l’ho mai sopportato, e incrocio le dita per un faccia a faccia tra Groucho e l’Enigmista.