Cris – Manuela Salvi : recenione

Cris di Manuela Salvi è la mia nuova lettura della collana Weird Young di Fandango libri. Esperienza che ricorderete è iniziata con Frenesia di Fabio Nuccitelli.

La prima cosa che mi sento di dire, ed è molto positiva, è che il romanzo scorre. È stato un piacere leggerlo, proprio perché si procede senza sforzo nella lettura, e il non doversi forzare è per me, in questo momento, un elemento molto importante.

Il libro di Manuela Salvi si apre subito nel mezzo di una scena, una situazione di costrizione, di forzatura, in cui riusciamo subito a farci un’idea di quelli che sono i rapporti che intercorrono tra il giovane protagonista e la sua famiglia. Di cui figura cardine e ingombrante è la madre.

Per tutta la durata del racconto si cerca di tenere sempre qualcosa nel mistero. Di non svelare troppo e subito, in modo che la curiosità del lettore sia sempre al lavoro e che dunque si proceda nella lettura.

Il protagonista è il diciannovenne Cris, nome che dà anche il titolo al romanzo, ma, cosa che scopriamo senza fretta, Cris è anche un’altra faccia della simbolica medaglia rappresentata dal protagonista, Lorenzo.

Durante il viaggio in macchina, per raggiungere la solita meta vacanziera in montagna, Lorenzo decide di scappare, di abbandonare una famiglia, ma anche un ruolo, quello del figlio perfetto, che gli sta stretto, che gli impedisce di vivere, di essere; e per farlo rinuncia anche al suo nome, che non lo rispecchia e che sente troppo appiccicato ad un io che non è il suo.

Approfitta di una sosta in autogrill, si rifugia in un motoscafo portato a rimorchio e viaggia in direzione opposta a quella dei genitori.

Quando il fu Lorenzo, e nuovissimo Cris, riemerge dal motoscafo, è divertente cercare di indovinare in quale città sia arrivato. Unica nota certa, la presenza del mare. E non so perché pensavo che stesse per cominciare una descrizione del golfo di Napoli. Poi ho dirottato sulla Puglia e infine mi sono arresa perché Cris arriva a Riccione.

Qui la vita è nuova e tutta da definire, nuova città, nuovo se stesso e tante possibilità; forse troppe per un diciannovenne senza nessuna esperienza e con pochi soldi in tasca. Una delle prime figure che Cris incontrerà a Riccione è Lori, diminutivo di Addolorata, ma su questo, non si scherza, non ci provate!

Senza saper definire il perché quel loro breve incontro li segna e intreccerà i loro destini.

La vita del vagabondo e del fuggiasco non è semplice. Cris imparerà a proprie spese a non fidarsi troppo degli altri, ad essere più attento, più sveglio, più acuto di chi gli sta di fronte, ma non troppo, perché alla fine è fatto cosi, è un buono.

Per le strade di una Riccione in alta stagione imparerà che tutto ha un prezzo, il valore dei soldi e del lavoro, anche se non si può dire che non sia disposto a rimboccarsi le maniche.

Cris si getta nei lavori più strani, più lontani sono dalla sua vita di prima e meglio è. Totalmente alla ricerca, alla costruzione di sé stesso, di ciò che gli piace o non gli piace, in completo stravolgimento di quelli che sono gli schemi comuni di una società di adulti che ti obbliga a pensare solo in un certo modo, a vivere in un certo modo. Questo lo porterà ad incontrare la gente più svariata, buona o cattiva; in molti saranno pronti a fregarlo, altri a rendergli una mano.

In una città inizialmente sconosciuta Cris riuscirà, nell’arco di un’estate, a crearsi la sua familiarità, le sua routine, le sue facce note; grazie anche all’aiuto di Lori e successivamente di Pepe scoprirà cos’è per lui il vero senso di famiglia, di amore, slegato da quelli che sono i vincoli dati dal sangue.

Proprio questa rete di salvataggio che si viene a creare attorno a lui saprà essere di sostegno quando il cappio della ricerca si stringerà sempre più stretto al suo collo.

Si, perché la sua famiglia lo cerca, sua madre lo cerca. Lorenzo, quel ragazzo troppo perfetto, quel figlio diligente, mai litigioso, mai in contrasto; sempre i voti migliori, sempre i risultati sperati, una maturità a pieni voti e la facoltà di medicina che lo attende, deve essere sicuramente scomparso, rapito. Non può essersi allontanato volontariamente anche se a quell’età la legge lo consente.

Gli appelli disperati di sua madre rimbalzano per i Tg nazionali ma a niente servono. Se non a tenere Cris sempre più lontano da lei, dalla sua ingombrante, asfissiante, autoritaria presenza.

La scelta di andare via da una vita che sembrava perfetta verrà, inizialmente, poco compresa anche da Lori. Ma i dilemmi verranno chiariti poi, proprio dal protagonista in un lungo sfogo. Non vi rovino il piacere di leggerlo da voi. Basti però pensare che il rapporto genitore-figlio viene qui analizzato negli aspetti più negativi.

Cris sceglierà, dopo un lungo percorso, di confrontarsi con sua madre tramite un programma televisivo. Devo dire che questa scelta, io personalmente non l’ho capita, ma così è. Ed è forse questa la cosa che mi è dispiaciuta un po’ di più all’interno del libro. Si glissa sul contenuto di questa sofferta e desiderata resa dei conti. Anche se forse a questo punto del libro, e di maturazione del personaggio, andare più nel dettaglio non era poi così necessario.

È un romanzo che parla ai giovani ma che può fare bene anche a tutti gli altri. È un romanzo che parla di scelte, a volte dure, esasperate, ma consapevoli, scelte che portano alla felicità.

Nella società in cui siamo abituati a vivere spesso ci viene meno il coraggio di fare una scelta diversa dagli altri. Abbiamo paura di deludere chi ci ama e di restare soli, perché crediamo che nessun altro esista a pensarla come noi. La paura è un grosso deterrente, e viaggiare su rotte sicure con il pilota automatico inserito è molto semplice, ma il brivido che ti può dare la libertà, quello è difficile dimenticarlo.

E forse è proprio con questo senso di curiosità misto ad invidia che la lettura di Cris procede così spedita.

Oriana D'Apote

Oriana D'Apote classe ’93 un pendolo che oscilla tra la Puglia e l’Abruzzo. La mia prima natura è quella di ascoltatrice di storie, con l'animo inquieto sempre alla ricerca di qualcosa, il dettaglio, la poesia. Sogno di acquistare centinaia di fiabe illustrate, leggo storie crude. Vivo come il protagonista di un noir a colori dove alla fine prenderò il cattivo, risolverò il caso.

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