Come uccidere la tua famiglia dell’esordiente Bella Mackie è entrato nella top 5 delle mie letture di quest’anno, e siamo a marzo. HarperCollins Italia pubblica nel gennaio di quest’anno questo volume già best seller all’estero, e dovevo recuperarlo visto che nel titolo c’è un richiamo palpabile alla morte (faccetta che ride e soddisfatta). #lasfidadelloscaffalestrabordante aspetterà.
I romanzi familiari sono molto apprezzati dai lettori e ne abbiamo proposti diversi in questi due anni di Bookrider, come Niente di vero o Un’estate fa, perché permettono di immedesimarti, divertirti e sorridere quando percepisci il forte legame che unisce i diversi membri del nucleo famigliare (sfortune, imprevisti e cose carine tenerine ciccine che scaldano il cuore). Perché si sa, la famiglia prima di tutto (premetto: il libro di Veronica Raimo l’ho letto ed ho riso tantissimo).
Non ho mai apprezzato particolarmente le tante riunioni di famiglia, crescere con i cugini e vedere gli zii come gli amici fidati con cui confidarsi nascondendo le malefatte ai genitori.
Le storie che preferisco solitamente parlano sì di famiglia, ma quelle disfunzionali come in Radiomorte di Morozzi. Non perché io preferisca leggere solamente di tradimenti, odi e manipolazioni, è che spesso sembrano più vicini rispetto alla realtà alterata. Anche se ho goduto particolarmente quando il capofamiglia Colla ha deciso di buttare dal dirupo suo figlio e non sé stesso – maledetti falsi perbenismi.
«Dicono che non puoi scegliere la tua famiglia, ma puoi sempre ucciderla.»
Nel caso di Come uccidere la tua famiglia viene delineato un nucleo famigliare mancato, visto che Grace si è ritrovata a crescere nella fredda Londra con una madre molto giovane, abbandonata dall’uomo ricco di turno che ha preferito disfarsi dell’imprevisto.
La giovanissima protagonista inizialmente ha una visione molto distorta del padre: gran lavoratore che viaggia molto ma che presto avrebbe conosciuto. Sono illusioni che probabilmente si raccontava da sola anche la madre, pur di non accettare la cruda realtà. In fondo la famiglia Artemis fa parte dell’alta borghesia e la reputazione va sempre difesa, ad ogni costo. Un generoso assegno può sempre rimediare ad una serata o due di trasgressione nel mondo plebeo.
Grace si apre e si rivolge al lettore senza filtri, svelando i suoi pensieri e dimostrando il suo delirio di onnipotenza: ottenere la sua rivincita vendicando la madre, morta prematuramente e lasciatala orfana all’età di 9 anni. Si dimostra super determinata come O-Ren Ishii (Kill Bill) nel voler sedare tutti i responsabili delle difficoltà e sofferenze inflitte su lei e sua madre. Non esisteranno distrazioni e ripensamenti, perché concedersi un amore potrebbe distrarla. Tutto questo lo decide durante la prima adolescenza.
La protagonista di Come uccidere la tua famiglia inizia il suo diario dicendo che si trova in prigione per l’unico crimine che non ha commesso,
SPOILER
la futura moglie del suo migliore amico.
Decide di raccontare minuziosamente la strategia attuata con successo – questo si può dedurre dalle prime righe della sinossi – incominciando da bersagli più semplici, i nonni. Seppur inizialmente i suoi piani non fossero programmati in ogni minimo particolare, come si avvicina sempre di più al re della sua partita a scacchi, i suoi piani diventano più articolati, come con la moglie del padre.
Il lettore si rende subito conto che gioca molto anche la fortuna per andare a segno perché spesso Grace sfrutta il caso fortuito, come per lo zio. Ciononostante, tutta la trama rimane sempre molto credibile e non viene da storcere il naso per la esigua pianificazione.
Per quanto possa sembrare efferata la sua vendetta, non puoi far a meno di parteggiare per lei, e non perché sia la protagonista della vicenda; la determinazione e la genialità sono connotazioni più che apprezzabili. In fondo Grace porta a termine un obiettivo che per molti di noi è stata (almeno una volta) solamente una effimera fantasia e poi scacciata subito via perché spaventati da quella sfumatura del proprio carattere.
Come uccidere la tua famiglia racconta di una antieroina di spessore che critica molto la società contemporanea, anche i radical chic che indossano maglie con scritto DOVREMMO ESSERE TUTTI FEMMINISTI per moda e poi acquistano fast fashion, tolgono il volume quando passano per radio e tv pubblicità per raccolte fondi in favore di ricerche, surriscaldamento globale, adozioni a distanza e così via. Non metto citazioni perché non vorrei rovinarvi la lettura. Tanto probabilmente metà dei lettori che vedranno questo articolo si risentiranno perché sentiti chiamati in causa.
Il finale non si può nemmeno anticipare perché coglie davvero alla sprovvista. E non sto parlando del perno iniziale, se sia riuscita o meno a farsi scagionare dalle accuse dell’unico reato non commesso per cui rischia la condanna.
Il finale vale la pena le quasi 400 pagine che lo precedono. Vi divertirà moltissimo. Penso solo che peccare di modestia non sempre porti bene.