Canto di Natale – Charles Dickens – Top 5

Charles Dickens ha scritto un manuale per sciogliere i sentimenti di chiunque, intitolato Canto di Natale. Non conoscere questo titolo è quasi impossibile. In ogni caso, anche chi è poco avvezzo alle letture natalizie si sarà imbattuto in una riduzione del classico in oggetto.

La storia è molto semplice: un uomo burbero e inaridito riceve la visita di tre spiriti che gli mostrano passato, futuro e presente; la parabola della storia porterà il protagonista a una riscoperta della forza emotiva. A grandi linee è questa la base da cui sono nate le tantissime varianti, televisive e non.

Il testo è semplice e lineare nello scorrimento della storia, e Dickens è un maestro nell’evocare immagini. Le sue descrizioni sembrano seguire una macchina da presa, mostrano ciò che serve, dal campo lungo ai dettagli più stretti, con estrema precisione. È una sorta di precursore del montaggio cinematografico (lo diceva anche Ejzenstejn, che, mi si passi il termine, non è di certo l’ultimo degli stronzi).

Ora che ho piazzato una bella parolaccia in un articolo natalizio sono un pizzico più sorridente, ma è un mio modo particolare per ricordarmi di non prendere mai niente sul serio. Una piccola parentesi durata fin troppo. Passiamo quindi al succo del discorso. Ci sono per voi 5 versioni del Canto di Natale di Charles Dickens, di cui due un po’fuori dal coro. Per finire nella classifica bisognava apportare qualcosa in più, ed è l’unica causa scatenante per cui A Christmas Carol del 2009 non figura qui: è la perfetta trasposizione di questa storia. Peccato, che una classifica del genere la stia facendo una persona come me.

Puntuale come la puntata musical, la maggior parte delle serie televisive dovrà affrontare le puntate di Natale, tendenzialmente una per stagione. Con lo scorrere degli anni, prima o poi, capiterà di dover fronteggiare la Storia per antonomasia. Ovviamente in questa top ci sono grandi esclusi, come l’episodio speciale dei Puffi del 2011. La ragione è legata agli errori di continuity: nel Natale passato di Puffo Brontolone è presente Puffetta, nonostante sia ancor lontana dall’essere creata da Gargamella, ma questo è solo il più grossolano. Peccato, è stato bello vedere il loro ritorno al 2D. Ho saltato a piè pari anche A Christmas Carol: The Musical per un mio enorme deficit: non so l’inglese. Ma tanto c’ho il diesel (questo è un riferimento culturale che, ho notato, manca in molti. Cliccate QUI per recuperare).

5. Casa Keaton, 2×09 – Natale in casa Keaton

La serie con cui è partita la carriera di Michael J. Fox. Qui il giovane è perennemente uno Scrooge, che rovina l’entusiasmo di una normale famiglia con due genitori ex hippie. In questo sono molto vicino a Cartman di South Park. E Siete fortunati che non hanno fatto una puntata dickensiana con Mr. Hankey. Ma tornando a bomba, in quest’episodio il protagonista pensa solo ad eccellere per avere guadagni sempre maggiori nel suo futuro. In realtà è un figlio modello per quasi tutto, però è appunto un guastafeste in senso stretto. Merita questo quinto posto perché il ravvedimento dell’attore principale deriva unicamente dalla visione del futuro in cui è calvo. Del resto parliamo di una persona avvezza ad andare in giro tra i decenni, e sa benissimo che ogni piccolo cambiamento può portare a un cambio nella traiettoria spaziotemporale.

“Perché hai paura di perdere i capelli?” Beh, perché persino Michael J. Fox diventa brutto da pelato.
4. Xena: Principessa guerriera, 2×09 – Solstizio d’inverno

Tutto il mondo è paese, e quindi anche l’antica Grecia fantasy di Xena non poteva esimersi dalla puntatona natalona. Il re Silvius, egoista e cattivo (ah, quante battute ho sentito in era berlusconiana!), ha ordinato di cancellare le festività del solstizio d’inverno, compreso lo scambio di regali (immagino che ci siano in giro dei meme su De Luca, oggi). Xena si traveste da Parche del destino, aprendo gli occhi del vegliardo su tutte le conseguenze della sua crudeltà. Questa è una delle poche puntate che ricordavo, ma nella mia memoria c’erano tante mazzate, in questa serie. Sono anche in quest’episodio, e addirittura Babbo Natale partecipa alla rissa finale.

In questo fotogramma c’è Olimpia che distrae due guardie mostrando due pandori. Dalla traiettoria dello sguardo, una delle due comparse è feticista.
3. Festa in casa Muppet

I Muppets mi fanno diventare subito bambino, con appena un paio di inquadrature. Animati da Jim Henson e Frank Oz, hanno un parco personaggi vastissimo ed è possibile adattarlo a qualsivoglia canovaccio, dai moderni ai più classici. Manca una sola personalità, quella di Scrooge. Ad interpretarlo c’è Sir Michael Caine, ed è uno spettacolo. La sua versatilità è forse poco immaginabile, finché non si arriva a vedere film come Caro dittatore, ma ahimè la Top in questione non mi permette di cambiare argomento per l’ennesima volta. Vi lascio giusto un’immagine in cui traspare la capacità di rendere umani anche dei pupazzi. Ed in vista di ciò, entra a buon titolo in classifica.

Che poi, alla fin fine, Michael Caine è così bravo da far sembrare gli altri attori dei pupazzi, anche senza Muppets.
2. Natale a casa Deejay

So benissimo che in molti potrebbero storcere il naso per questo film, ma è un’operazione davvero notevole. È il primo film di una radio, ed è tra le pellicole italiane con più partecipazioni di personaggi dello spettacolo: Morandi, Gerry Scotti, la Cortellesi, Daria Bignardi, Tommy Vee, Gabri Ponte, e tanti altri. C’è anche tutto il cast, artistico e tecnico, di Radio DeeJay; tra i programmi dell’emittente c’è una perla, Cordialmente, raccoglitore umoristico dove Linus ha permesso per oltre 20 anni il libero sfogo di creatività di Elio e le storie tese. Beh, la colonna sonora non poteva che finire in mani giuste. Linus è il novello Ebenizer Scrooge, che è ben descritto QUI in tutta la sua malvagità. Charles Dickens non avrebbe approvato diversi pezzi di questo Canto di Natale, ma sono forse i segmenti che amo di più.

1. Canto di Natale di Topolino

Tutte le classifiche che non mettono questa trasposizione al primo posto stanno mentendo. Il protagonista è zio Paperone. E lui È Scrooge, proprio di nome. In lingua originale è uncle Scrooge, wikipedia non mente. È come se chiamassero Jonathan Bazzi per interpretare Febbre.

Qual è il grande apporto della Disney? Insomma, stiamo parlando della più grande azienda produttrice di sentimenti! Forse vi ricorderete di loro per traumi come la morte di Mufasa, la mamma di Bambi, ma anche il pipistrello di Basil l’investigatopo. Ho ancora gli incubi con i Rosafanti o la risata malefica di Rattigan. Dickens riesce, con le sue parole, a scongelare i cuori di ghiaccio. Questo cartone, invece, potrebbe scolpire un cuore di pietra e farlo battere. Imbattibile.

Sappiate che certe sofferenze si annidano nel cervello ma, come ogni cicatrice, può tornare a far male al solo ricordo. Vi sblocco un dolore sopito dell’infanzia.

Aniello Di Maio

Aniello di Maio è nato l’ultima volta a Castellammare di Stabia (NA), ma si definisce pescarese per evitare lo spirito di competizione. Allevato da un diplomatico presso l’ambasciata spagnola, ha acquistato un veloce eloquio, così veloce che è meglio leggerlo che ascoltarlo. Ha amato così tanto studiare Lettere moderne che ha trascorso almeno il doppio degli anni fuori corso, un po’per l’ansia dilagante, un po’perché non riesce ad essere serio a lungo. Neanche in quattro righe di biografia.

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