Il mio approccio a Chiara Sfregola, autrice di Camera single, è stato davvero casuale; in primavera ho visto il film Netflix Quattro metà che non mi ha colpita però mi era rimasta particolarmente simpatica una giovane sposa interpretata dalla scrittrice pugliese. La cerco su instagram e trovo questo post: https://www.instagram.com/p/CYWcvP9Ksnx/
Leggo dalla bio che era autrice non di uno ma di ben due romanzi, tra cui Signorina. Memoria di una ragazza sposata (che recuperò presto, sia chiaro) ma decido immediatamente di acquistare su Amazon il suo esordio letterario Camera single. La fisioterapia del cuore. Mi piace conoscere nuovi autori partendo dal loro esordio letterario, quando è possibile. Nel frattempo trascorrono un paio di mesi e ricevo, da Fandango libri, la nuovissima edizione riveduta di Camera single. Lo ammetto, ho letto solamente la nuova edizione, ma recupererò anche la prima stesura per vedere le differenze. Scopro che comunque l’esordio letterario di Chiara Sfregola nasce da una rubrica settimanale che pubblicava su Lezpop.it e subito mi viene in mente il parallelismo con Sex end the city, il che non è così lontano dalla realtà visto che si parla di avventure e disavventure amorose, di amiche eccentriche e di consigli preziosi.
La protagonista di Camera Single è Clorinda Baronciani – detta Linda – che viene lasciata da Margherita dopo quasi cinque anni di relazione e si mette subito alla ricerca di un nuovo appartamento insieme alla sua amica Annalisa. Come dice Hugh Grant nel Diario di Bridget Jones: “se devi viaggiare da sola, fallo con stile”; decide di cercare casa in centro, zona Colosseo. Nei momenti di tristezza un rewatch dei primi due film con Renée Zellweger è la miglior medicina, lacrime, risate e Martini.
In questa lettura scorrevolissima ti ritrovi in una bellissima Roma condita di amiche super splendide come Dina&Donna, Annalisa, Indira, Moira, passaggi in moto salvavita e citazioni sparse a Woody Allen – che ci stanno sempre bene. Di questa lettura mi è piaciuto molto il fatto che l’autrice sia riuscita a farmi visionare alla perfezione ogni singola vicenda e situazione narrata, la tensione, vibrazioni e fastidi provati. È esattamente una lettura a episodi, la serie tv di cui vuoi leggere e leggere ancora per vedere di cosa parleranno le ragazze da Labrys, il loro luogo di ritrovo, e tutte le disavventure. Secondo me tutti noi ci siamo immedesimate un pochino in Linda. Quante volte mi sono sentita dire “quando finalmente maturerai, inizierai a capirle meglio, queste cose”. Ma è bello essere ancora spensierati, giovani e precari (la maggior parte delle volte).
Articolato in cinque stagioni, viviamo la quotidianità di Linda, le sue letture e riflessioni sulla produzione letteraria – prima o poi riproverò con la Signora Dalloway – e i tweet ipotetici che avrebbe potuto scrivere Cesare Pavese.
Il finale è quello che ci aspettavamo e speravamo tutte, quindi non penso possa deludere le aspettative. Alcune lettrici volevano un seguito della nostra produttrice Linda, ma preferisco immaginarmela sulla sua bicicletta bianca e rosa che pedala tra le vie del Pigneto con i suoi tacchi blu mentre pensa alla storia che finalmente scriverà, fino a quando Chiara Sfregola non ci regalerà un nuovo e divertentissimo romanzo <3