Ho iniziato la “carriera da lettore” con Buzzati, quindi il mio imprinting si è votato alle raccolte di racconti fin da subito. Questo è un problema perché la letteratura italiana è piena zeppa di narrazioni brevi, ma sono in pochi a raggiungere certi livelli. Fortuna che c’è Gabriele Pedullà.
Gli otto racconti dei Biscotti della fortuna rispecchiano il titolo della raccolta: ogni testo ha il suo bell’involucro accattivante, non si vede l’ora di arrivarne al cuore, e alla fine della lettura è bello parlarne in compagnia. La storia finale ruota intorno a questa situazione, e non è un caso che dia il titolo al libro.
La struttura del volume accompagna il lettore nelle storie punzecchiando varie zone della mente, stimolando curiosità e sentimenti senza tralasciare nulla. È perfetto per la sezione Arcipelago di Einaudi, non solo perché è sotto le 200 pagine ed ha ottimo ritmo e qualità, ma anche per la sensazione di tante isole vicine, simili ma mai uguali, dove è possibile perdersi rispetto alla quotidianità eppure si finisce per ritrovarsi nella dimensione intima di sé.
L’autore ci prende sottobraccio per una passeggiata piana, mette a proprio agio, per poi correre via lasciando il lettore sul ciglio di un abisso da ammirare. Immagino Pedullà che guarda da lontano, seminascosto, e si diverte a osservare il suo pubblico nel sentirsi spiazzato mentre legge i suoi biscotti della fortuna. Disorienta come Borges, ma parte da situazioni comuni ai più: chi non si è trovato a fronteggiare una forte litigata di coppia mentre il tempo continua a scorrere e si assottiglia la possibilità di saziare la necessità del sonno? Lo so, è brutto, ma succede. Oh, se succede.
Avete presente quella persona che inizia a parlarvi dando prova di una certa amicizia passata, e vi trovate costretti a indagare senza farvi scoprire perché proprio non riuscite a ricordare di chi si tratti? Benvenuti nella mia vita e nel racconto Il nostro amico. Aggiungo che, da cinefilo, ho amato anche i vari riferimenti disseminati nella raccolta, con grande concentrazione in O a febbraio o a settembre.
Imprevisti e cambi di prospettiva sono armi importanti, da usare con cautela, e in effetti ogni stilettata, ogni colpo di pistola va a segno. Un consiglio? Perdetevi in questo libro, tuffatevi nella tazza d’infinito in copertina. Poi scrivetemi, perché continuo a farmi domande sul finale di Rouge 89. Sia chiaro: non cerco risposte, voglio solo smarrirmi ancora un po’.
EDIT
Certe vette sono ardue da scalare ma, con forza e bravura, i racconti di Pedullà hanno vinto sullo strapotere romanzesco. È stata decisiva l’ultima scheda dello spoglio, con un testa a testa travolgente tra lui e Walter Siti. Biscotti della fortuna di Gabriele Pedullà è il vincitore del SuperFlaiano 2020 di narrativa. Di questo passo mi converrà iniziare a scommettere sui premi letterari!