Bedelia, Venerdì 12 – Leo Ortolani : recensione

Il passaggio dalle scuole medie alle superiori è sempre ricco di sconvolgimenti. Per qualcuno si tratta della prima sigaretta di nascosto, per altri possono essere le prime esperienze con l’altro sesso. C’è chi matura nella voce, a qualcuno cresce la prima barba. Io avevo già la barba in quinta elementare, quindi il mio cambiamento si è realizzato nell’umorismo. Anno 2003: il mio primo Rat-Man.

Fin da subito ho amato le storie parallele, con una decisa predilezione per Venerdì 12. Bellissimo, Rat-Man, divertentissimo anche L’ultima burba, ho anche scopiazzato uno dei Miei ragguardevoli sabati sera per un compito in classe, ma Aldo (il protagonista) aveva qualcosa da insegnarmi. È possibile far ridere anche mentre si soffre per amore.

In breve la storia: Aldo è innamorato di Bedelia, che però è una donna senza cuore che usa gli uomini come carta igienica. Se avete in mente la tipica stronza, lei lo è un po’di più. I due si mettono insieme, e il protagonista decide di andare a comprare un regalo per suggellare il momento. Finisce in un negozio simile al Safarà presente in Dylan Dog: uno spettrale venditore con oggetti paranormali da piazzare.

La scelta ricade su un carillon, gratis, che ha una controindicazione: se regalato a una persona che non ti ama, ti trasforma in un mostro. Aldo diventa, in un venerdì 12, un’immonda creatura. Compare poi, dal nulla, un fedele servitore. Giuda, questo il suo nome, oltre ad essere esilarante, troverà il suo compimento nel finale della serie (come tutti i personaggi).

Ho riletto tutte le storie di Venerdì 12 subito prima di leggere Bedelia, e lo trovo perfetto anche oggi. Anche per questo motivo ho iniziato il volume partendo in parte prevenuto. In quarta di copertina c’è la dicitura “Amerete una stronza.”, che è ciò che abbiamo fatto tutti. Perché dovrei farlo di nuovo, dopo esser guarito? E invece…

Invece Bedelia prende tridimensionalità, una cosa a cui non avevo mai pensato. La mia ragazza, dopo aver sentito la storia di cui sopra, mi ha chiesto inaspettatamente “ma che lavoro fanno Bedelia e Aldo? Ora so che lei è una supermodella (e potevo anche arrivarci), di Aldo non dico nulla perché potrebbe essere uno spoiler.

Tutto inizia, tutto ha una fine. La carriera di Bedelia è finita, il personaggio è sul viale del tramonto, e scopriamo insieme come sia duro affrontare il mondo che va avanti. Devo essere sincero: ho amato Bedelia non come personaggio, anzi, adesso mi sembra ancor meno interessante; però tutto il contorno mi è piaciuto tantissimo. La spalla è un angelo esilarante che vuole redimere la nostra stronza. Un gran peccato che dalle parole dell’angelo si capisca il finale ben prima delle ultime pagine.

L’arrivo di Aldo cambia le carte in tavola, ma forse il problema sono io che aspettavo solo quello. Bedelia mi sembra un personaggio troppo debole per avere una storia lunga interamente dedicata. È meno divertente rispetto alle altre produzioni di Ortolani, è meno profondo di Cinzia, insomma, pare un passo indietro. Il ricordo vola a How I met your mother, a quel finale che fa tanto discutere. La differenza sta nel fatto che Bedelia non fa discutere.

Il volume va bene per i fan, per chi vuole avere un quadro completo, però a questo punto spero di poter leggere presto il background di un qualsiasi altro personaggio per non rimanere con l’amaro in bocca. Un Brakko, un Arcibaldo, o Tamara. Perché no, un nuovo ritorno della Gatta. E speriamo torni presto.

Aniello Di Maio

Aniello di Maio è nato l’ultima volta a Castellammare di Stabia (NA), ma si definisce pescarese per evitare lo spirito di competizione. Allevato da un diplomatico presso l’ambasciata spagnola, ha acquistato un veloce eloquio, così veloce che è meglio leggerlo che ascoltarlo. Ha amato così tanto studiare Lettere moderne che ha trascorso almeno il doppio degli anni fuori corso, un po’per l’ansia dilagante, un po’perché non riesce ad essere serio a lungo. Neanche in quattro righe di biografia.

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